Sibilla d’Angiò, nota poi come Sibilla di Gerusalemme nacque nel 1160 a Gerusalemme. Figlia primogenita di Amalrico I di Gerusalemme ed Agnese di Courtenay ebbe un fratello minore chiamato Baldovino IV, nato nel 1161.
Alla morte di Amalrico il trono di Gerusalemme passò, in quanto maschio, a Baldovino IV
Il nuovo re incoronato nel 1174 combinò il primo matrimonio di Sibilla con Guglielmo Lungaspada del Monferrato. Si sposarono nel 1176, ma nel 1177 Lungaspada morì: non si sa con sicurezza la causa, ma si ipotizza di malaria.
Nel 1178 nacque Baldovino V, figlio di Lungaspada e Sibilla.
Nel frattempo nel 1180 Sibilla sposò Guido di Lusignano.
Nel 1183 Baldino IV morì e salì al trono Baldovino V.
Anche il giovanissimo re però morirà prematuramente, di conseguenza Sibilla, dopo una lunga disputa con la sorella Isabella, viene incoronata regina di Gerusalemme nel 1186.
Sibilla probabilmente muore a causa di una epidemia diffusasi durante il tentativo di conquistare San Giovanni d’Acri nel 1190.
(Nicolò Cornacchini, 3L)
La battaglia di Hattin
Dopo giorni di viaggio i soldati sono tornati dal fronte, dai loro volti ho notato la sofferenza, la sete, la paura. La nostra sconfitta era ormai chiara. Ricordo ancora le prime parole pronunciate da quei superstiti: fumo, fuoco, sete, le facce di uomini che si battono per la nostra religione, martoriate dalla sconfitta ingiusta da parte di un popolo di infedeli che non conosce onore. Non ho lasciato loro il tempo di rifocillarsi, bramavo conoscere ogni dettaglio
Si fa avanti un uomo, dice di chiamarsi Gregorio, racconta che la campagna, fin dall’inizio è stata caratterizzata da una grande disorganizzazione, dopo aver infatti iniziato la marcia da Seforia il 3 luglio, l’avanguardia era sotto il comando di Raimondo, la retroguardia sotto il comando di Rinaldo, Baliano e Joscelin II di Edessa, mentre il resto dell’esercito era sotto il comando del mio consorte, Guido di Lusignano. Prosegue il pover’uomo a raccontare poi dei costanti attacchi subiti dalla retroguardia che venne rallentata e decimata, ma codesta viltà non era che l’inizio. Assetata e stancha infatti l’intera armata si accampò per la notte.
La mattina del 4 Luglio i difensori della fede si svegliarono in mezzo a una barriera senza fine di fuochi infernali appiccati dal nemico durante la notte. Cinque cavalieri disertarono ed andarono ad informare Saladino delle disastrose condizioni in cui versavano i nostri. La viltà del nemico influenzò anche i nostri soldati, molti infatti abbandonarono il campo in favore delle fonti di Hattin solo per poi venire bloccati dall’esercito rivale. Si arrivò quindi ad un punto in cui Dio sembrava aver abbandonato il nostro esercito, erano circondati. Raimondo tentò di sfondare le linee nemiche per due volte per raggiungere le fonti, ma invano. Ottenne anzi un risultato anche peggiore, rimase infatti isolato dal resto dell’esercito e mentre egli si batteva duramente, gran parte della fanteria aveva disertato per dirigersi verso i corni.
Guido, il quale nobilmente cercava di bloccare l’avanzata nemica fallì poichè, a causa della mancanza dei fanti, i suoi cavalieri vennero massacrati dagli arcieri nemici, i superstiti tentarono di raggiungere il resto il resto dell’armata, ma sia loro che i vili fanti vennero circondati e, dopo tre cariche, sconfitti.
(Nicolò Cornacchini, 3L)