Nice to Meet You – A Performative Welcome Guide for New Citizens

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Fiumicello

18 settembre – 7 ottobre

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Il progetto Nice to Meet You è promosso dal Comune di Fiumicello (ITA) e dal Comune di Postojna (SLO) e gestito dall’Associazione Quarantasettezeroquattro all’interno del programma ECAEA Europe for Citizens – Town Twinning.
Il progetto di gemellaggio intende contrastare i pregiudizi e la stigmatizzazione nei confronti dei richiedenti asilo e rifugiati, promuovendo la loro accettazione e integrazione come cittadini a tutti gli effetti nelle comunità di accoglienza.
Nello specifico il progetto intende focalizzarsi su piccole comunità che accolgono gruppi di richiedenti asilo relativamente limitati e omogenei sul piano etnico/dei paesi di provenienza.
Le attività proposte sono tese a promuovere i contatti la conoscenza e l’accettazione reciproca fra i cittadini dei due paesi partner del gemellaggio e i richiedenti asilo-rifugiati presenti sul territori, favorendo un confronto che si focalizzi sui giovani e sul mondo del lavoro.

I cittadini di Fiumicello e Postojna amplieranno le conoscenze dei reciproci contesti nazionali, individueranno tratti comuni e relative diversità, con specificità sulle politiche locali, nazionali e comunitarie relative ai migranti, attraverso una varietà di attività di dialogo e confronto. Il focus sarà sui migranti, i discorsi pubblici che li riguardano veicolati attraverso i mezzi di comunicazione, l’immaginario individuale e gli stereotipi, ma anche sulle misure concrete messe in campo dall’Europa, dai governi nazionali, dalle amministrazioni locali e dai gruppi di volontariato. L’intento è quello di ragionare sugli stereotipi che vengono creati e diffusi nel discorso pubblico e verificarne l’effettiva presa all’interno dell’immaginario di ognuno. Al centro dell’attenzione la partecipazione attiva dei cittadini di Fiumicello e Postojna in questioni che li riguardano da vicino, come la presenza di migranti sul territorio in cui vivono e che potenzialmente destabilizzano le loro piccole comunità. Il progetto intende favorire occasioni di contatto e dialogo tra i cittadini di Fiumicello, Postojna e gli stessi richiedenti asilo presenti sui due territori documentandoli attraverso brevi videointerviste.

Attività

1 – ricerca: a Fiumicello e a Postojna, 50 cittadini appartenenti a vari target – studenti, volontari, lavoratori, pensionati, facilitati da esperti:
– raccoglieranno informazioni massmediatiche sui migranti, con un focus sul territorio locale;
– individueranno le misure legislative a livello nazionale e comunitario con ricadute locali e le azioni messe in campo da associazioni, volontari e amministrazioni per favorire l’accoglienza o affrontare la “questione migranti”.
2 – video-interviste a Fiumicello e Postojna in cui i gruppi di lavoro chiederanno a rispettivi concittadini di descrivere i migranti e le motivazioni che a loro parere li hanno mossi a venire in Europa, oltre un parere personale sulla situazione attuale. Le video-interviste saranno rivolte sia a persone comuni sia a testimoni privilegiati. Verranno realizzate anche alcune brevi video-interviste con migranti presenti sul territorio, facilitate da mediatori culturali e linguistici e finalizzate alla reciproca conoscenza; sottotitolate in inglese, italiano e sloveno per una migliore circuitazione costituiranno parte integrante del lavoro di progettazione partecipata e dello spettacolo multimediale conclusivo.
3 – Italiani e sloveni, assieme ad alcuni migranti dislocati nella zona di Fiumicello, si incontreranno a Fiumicello il 30 settembre 2017 partecipando a incontri informali, performance e attività in partecipazione tese a produrre le mappe concettuali e i primi script per progettare il canovaccio di uno spettacolo teatrale multimediale. Dopo l’accoglienza e la presentazione delle attività, si svolgerà un World Lunch in cui i partecipanti potranno confrontarsi sulle molteplici questioni che riguardano l’accoglienza dei richiedenti asilo. Un workshop di Teatro dell’Oppresso porterà alla drammatizzazione di alcune situazioni cardine nell’ambito dell’accoglienza e integrazione degli immigrati. Dopo un pranzo comunitario avrà luogo un creative problem solving per dare suggerimenti per una guida alle buone pratiche di accoglienza. La giornata si concluderà con una cena comunitaria accompagnata da una performance musicale.
4 – 7 cittadini di Postojna insieme a 7 cittadini italiani e ad alcuni richiedenti asilo parteciperanno a un laboratorio di teatro multimediale e sociale condotto dalle attrici Desy Gialuz e Natalie Norma Fella e dal videomaker Ruben Vuaran. Nella performance finale si proporrà una sorta di “guida” per una nuova immagine dei migranti, volta ad abbattere alcuni degli stereotipi più diffusi. I partecipanti al workshop saranno ospitati dalle famiglie di Fiumicello, a loro volta coinvolte nei processi di confronto, progettazione partecipata e in alcuni casi anche nella realizzazione dello spettacolo. Obiettivo è porre le basi per un’accettazione della accoglienza diffusa, anche in famiglia, dei migranti.
5 – La performance multimediale frutto del workshop sarà presentata ufficialmente all’interno del programma del festival Contaminazioni Digitali il 7 ottobre 2017 a Fiumicello. A fine spettacolo, tutti i partecipanti verranno invitati a partecipare a un World Caffè in cui discutere sui temi trattati, incrementare la conoscenza e abbattere ulteriormente alcune barriere di diffidenza reciproca. Nel corso della mattina sarà organizzato un convegno sulle buone pratiche di accoglienza con rappresentati delle principali organizzazioni italiane e slovene che gestiscono l’ospitalità.

Le attività previste il 30 settembre e il 7 ottobre sono aperte a tutti gli interessati.

Progetto finanziato da
EACEA Europe For Citizens – Town Twinning

Lead partner
Comune di Fiumicello

Parner
Comune di Kostanjevica

a cura di
Associazione Quarantasettezeroquattro

in collaborazione con
Kulturno izobraževalno društvo Pina (Koper)
Cooperativa Thiel (Fiumicello)

Burnt in Memories – Storia e memoria dei villaggi bruciati dai nazisti

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Burt In Memories è un progetto che focalizza l’attenzione sul periodo dell’occupazione nazista dell’Adriatisches Küstenland (Zona d’Operazioni Litorale Adriatico) e nello specifico sugli episodi di rappresaglia che hanno portato all’incendio e distruzione di alcuni villaggi – Mačkolje/ Caresana, Miren pri Nova Gorica, Šmarje pri Kopru e Žejane – che oggi si trovano in Italia, Slovenia e Croazia.
Il progetto, coordinato dal Centro di ricerche scientifiche Capodistria, intende promuovere la ricerca e la riflessione su questo tema attraverso diverse azioni di disseminazione rivolte a pubblici differenti:

  • Seminari sull’utilizzo delle fonti orali per il recupero e lo studio delle memorie relative al periodo storico in oggetto;
  • Realizzazione di un film documentario che sarà proiettato nei ‘villaggi bruciati’
  • Mostra fotografica itinerante allestita a Mačkolje/ Caresana (I), Miren pri Nova Gorica (Slo), Šmarje pri Kopru (Slo) e Žejane (Hr).
  • Tavola rotonda/webinar, trasmesso live via streaming in alcune unversità europee.
  • Realizzazione di “cubi della memoria” multimediali nei ‘villaggi bruciati’ di Mačkolje/ Caresana (I), Miren pri Nova Gorica (Slo), Šmarje pri Kopru (Slo) e Žejane (Hr).

L’Associazione Quarantasettezeroquattro si  occupata, nello specifico, della progettazione e realizzazione dei “cubi della memoria”. Si tratta di manufatti metallici sulla cui superficie sono riportati, in tre lingue (italiano, sloveno e croato) i principali eventi che hanno caratterizzato ogni villaggio nel periodo del fascismo, della guerra e dell’occupazione nazi-fascista).  Inoltre, su ogni cubo, è riportato un codice QR che consente, attraverso qualsiasi dispositivo connesso ad Internet (quali tablet, smartphone etc) di accedere a interviste, fotografie ed altro materiale storico reso disponibile.

I cubi della memoria sono stati posti all’interno dei villaggi, raccontando la storia delle vite dei paesani e del loro territorio aai compaesani e alle persone di passaggio . Per il suo contenuto tecnologico l’installazione intende catturare l’attenzione dei giovani, ma al tempo stesso può favorire il turismo in zone dove non è ancora molto sviluppato. I contenuti pubblicati sul sito Web aiuteranno la disseminazione dei risultati del progetto, aumentando così la visibilità e le possibilità di condivisione e di dialogo.

Il progetto: contesto e finalità

Il progetto è focalizzato sulla multietnica regione di confine posta tra Italia, Slovenia e Croazia, detta Venezia Giulia o Julijska Krajina (dopo l’occupazione nazista del 1943 venne denominata Adriatisches Küstenland). In quest’area, il confine ed i regimi politici sono cambiati più volte nell’ultimo secolo passando dalla dominazione asburgica a quella italiana per tornare sotto la sfera di influenza tedesca nel 1943.

Sebbene questa regione fosse dal 1920 ufficialmente parte dell’Italia, le popolazioni croate e slovene svilupparono dei movimenti di resistenza attiva contro il regime e lottarono per la loro annessione alla ‘madrepatria’ – la Jugoslavia – o talvolta per l’autonomia dalla Venezia Giulia.

Durante la seconda guerra mondiale tra i partigiani sloveni e croati e la Resistenza italiana si alternarono fasi di cooperazione e periodi di contrasto, legati alle questioni politiche e nazionali.

Durante il conflitto le forze di occupazione fasciste e naziste bruciarono diversi paesi di quest’area confinaria. Tali villaggi sono stati testimoni delle violenze perpetrate dagli occupanti nel tentativo di cancellarli e perciò dovrebbero essere riconosciuti come ‘località della memoria’ come i più tristemente famosi Oradour-sur-Glane, Lidice o Ležáky.

La principale motivazione che spinse a questi crimini di guerra fu la vendetta verso la popolazione civile che supportava la Resistenza, cioè il movimento partigiano ed i combattenti per la libertà. I roghi dei villaggi venivano spesso accompagnati anche da uccisioni, deportazioni, incursioni ed altre violenze.

Per ricordare questi eventi, si intende raccogliere le memorie personali degli incendi e delle loro conseguenze, oltre alle fotografie dei villaggi. Sulla base di fonti letterarie e d’archivio si realizzerà una mappa dei villaggi bruciati nella Venezia Giulia/ Juljiska Krajina e, più in generale, verranno promossi momenti di riflessione che coinvolgerà un pubblico ampio e diversificato.

Saranno realizzati dei “pannelli della memoria e di documentazione” che favoriranno il raggiungimento di questi scopi. Infatti, appare necessario generare la consapevolezza nelle giovani generazioni che la memoria di queste devastazioni belliche è una parte importante dell’identità dei luoghi in cui vivono.

Inoltre, con uno spirito di curiosità e rispetto intergenerazionale, s’intende andare oltre ai conflitti nazionali ed interculturali, oltre alle colpe collettive e all’intolleranza: con lo scopo di contribuire al rafforzamento di forme di cittadinanza attiva e per stimolare l’integrazione europea nella regione.

A questo fine si stimolerà la cooperazione tra associazioni non governative, comunità ed autorità locali, scuole, mondo accademico e media.

Durata: Agosto 2015 – Gennaio 2017

Partner di progetto:

  • Znanstveno-raziskovalno središče Koper (Centro di ricerche scientifiche Capodistria, leading partner)
  • Kulturno izobraževalno društvo PiNA
  • Associazione Quarantasettezeroquattro
  • Udruga “Žejane”
  • Associazione Kinoatelje
  • Občina Dolina / Comune di San Dorligo della Valle
  • Istarsko povijesno društvo

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Scarica il report del progetto (Report_it_BURNT)

CONVEGNO INTERNAZIONALE – DONNE DELLA RESISTENZA

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4 marzo 2016
Teatro Palamostre – Udine
Teatro San Giorgio – Udine

WOMEN OF THE RESISTANCE
Il progetto “Women of the Resistance”, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma EACEA – Europe for citizens, è stato sviluppato dall’associazione PiNA di Capodistria (SLO) in partenariato con: cooperativa Bonawentura (IT), La Giordola (IT), Associazione Quarantasettezeroquattro (IT), Foundation for partnership and civil society development (CRO), CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia (IT), Istrska regija (CRO).

IL PROGETTO
Il progetto prende spunto dal ritrovamento dei diari di Maria Antonietta Moro, una donna che durante la Seconda Guerra Mondiale svolse la sua professione di infermiera al confine tra l’Italia e la Jugoslavia. Grazie al suo lavoro, entrò in contatto con la resistenza curando partigiani sloveni feriti e con rapida maturazione politica, passò dalla loro parte superando, con grande forza di pensiero, tutte le remore dell’educazione cattolica di una ragazza di paese della pianura friulana. Dai Diari emerge l’esperienza intensissima di una giovane donna che cerca una nuova se stessa nell’accettazione del rischio estremo, in nome di una solidarietà umana che diventa ben presto consapevolezza politica.
Il progetto intende evidenziare quanto importante e difficile fu per le donne prendere la decisione di re-agire e quante diverse forme assunse il dissenso verso il regime e la guerra; si rifletterà sui valori che motivarono queste donne, sui sacrifici che si resero necessari, sull’ “eredità” che esse ci hanno lasciato e sui cambiamenti che quelle azioni hanno avuto o ancora hanno sulla nostra società.
Le attività che verranno organizzate nel corso del progetto sono molteplici e prevedono laboratori nelle scuole superiori italiane, slovene e croate, attività di scrittura creativa e di realizzazione di prodotti multimediali, l’organizzazione di un convegno internazionale a Udine e di una “Resistance Excursion” interattiva-partecipativa a Trieste.

IL CONVEGNO
Relatori e relatrici saranno chiamati a discutere delle diverse forme di coinvolgimento delle donne nei meccanismi di opposizione al regime e alla guerra: un primo panel (mattutino) sarà dedicato ai giovani, agli studenti e ai loro docenti e ruoterà attorno al dialogo con una testimone d’eccellenza: Lidia Menapace. Il suo racconto si inserirà all’interno di una più ampia contestualizzazione del tema fornita dalla giovane storica Michela Ponzani e dalle letture musicate a cura dell’attrice Natalie Norma Fella e del musicista polistrumentista Paolo Paron.
Il panel pomeridiano intende proporre a studiosi, ricercatori, docenti e a tutto il pubblico interessato un’ampia riflessione storica sui tanti diversi modi in cui le donne resistettero al nazi-fascismo: raccontando le storie di vita delle protagoniste; analizzando il contesto storico-politico-ideologico che portò al loro coinvolgimento; indagando l’immaginario sviluppato nei diversi paesi relativamente al ruolo della donna nei moventi resistenziali; mettendo in luce stereotipi, immaginari e rappresentazioni durante la guerra e nei decenni successivi. Si parlerà di resistenza militare, civile e culturale; di staffette e partigiane armate, di infermiere e operaie, di casalinghe e giovani intellettuali.
Più in generale, l’intento è di proporre uno sguardo internazionale, soffermandosi sulle differenze tra le diverse storiografie nazionali.

PROGRAMMA

MATTINA
Teatro Palamostre, Piazzale Diacono 5
Ore 10.00 – 12.30

Michela Ponzani (Storica e consulente dell’Archivio Storico del Senato)
Donne della Resistenza. I motivi di una scelta, le forme di una lotta.

Lorena Fornasir (Figlia di Maria Antonietta Moro)
Tutte le anime del mio corpo: resistere é esistere.

Lidia Menapace
dialoga con Monica Emmanuelli (Istituto Friulano Storia Movimento di Liberazione)
Io Partigiana. La mia Resistenza.

Natalie Norma Fella, Paolo Paron
Reading
“Sognavo un mondo diverso”. Parole, musiche e illustrazioni per raccontare le donne della Resistenza.

POMERIGGIO
Teatro San Giorgio, via Quintino Sella 5
Ore 14.30 – 19.00

INTRODUZIONE

Michela Ponzani (Storica e consulente dell’Archivio Storico del Senato)
Scegliere la disobbedienza.
La dimensione esistenziale dell’antifascismo nelle memorie di donne partigiane.

 

PRIMO PANEL
Donne e Resistenza. Percorsi intellettuali, emotivi, di lotta.

Daniela Rosa (Associazione Le Donne Resistenti)
Una disubbidienza civile: le donne friulane di fronte l’8 settembre 1943.

Irene Bolzon (Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione)
Donne e Resistenze nel fondo della Corte d’Assise Straordinaria di Trieste: verso una geografia di genere?

Fabio Verardo (Università di Trento)
Sfidare il nemico senz’armi. Il ruolo delle donne nei funerali del partigiano Renato Del Din. Tolmezzo, 27 aprile 1944.

 

SECONDO PANEL
La Resistenza femminile in Slovenia e Croazia.
Storia, memorie, rappresentazioni.

Marta Verginella (Università di Lubiana)
Donne slovene nella Resistenza. Tra memoria e oblio.

Barbara Nicole Wiesinger (Studiosa indipendente)
Gendering (Armed) Resistance: Women in the Yugoslav National Liberation Movement.

Natka Badurina (Università di Udine)
L’immagine delle donne della resistenza jugoslava dal dopoguerra ad oggi.

Igor Jovanović e Igor Šaponja (Studiosi indipendenti)
Destini istriani. Memorie di donne resistenti in Croazia.

SOGNAVO UN MONDO DIVERSO

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9 novembre 2015 / ore 10.00-12.00 / Udine – Auditorium Bellavitis
In occasione del 70° anniversario della Liberazione

“Sognavo un mondo diverso”
Parole, immagini e musica per raccontare la Resistenza,
in tutte le sue forme

a cura di: Alessandro Cattunar, Chiara Perini
letture: Natalie Norma Fella
musiche dal vivo: Paolo Paron

Cosa vuol dire resistere contro l’oppressione e il totalitarismo?
Vuol dire innanzitutto sognare un mondo diverso.
Vuol dire fare uno sforzo d’immaginazione grazie al quale prefigurarsi una nuova società, nuovi rapporti tra le persone, nuove istituzioni, un nuovo modo di vivere.
Vuol dire esporsi, mettere in discussione la propria stabilità ed, eventualmente, rischiare la vita per realizzare il cambiamento.
I modi per farlo, sono molti.
Ormai ampiamente ricordato è il ruolo fondamentale ricoperto da coloro che scelsero di combattere in modo esplicito il fascismo e il nazismo, salendo in montagna, prendendo le armi.
Una scelta coraggiosa, fatta da uomini ma anche da molte donne, la cui partecipazione alla “guerra di resistenza” per molto tempo è stato taciuto, sottovalutato, sminuito.
Ma c’è stata anche resistenza senza armi.
Resistenza fatta in sella ad una bicicletta, trasportando messaggi, volantini, cibo.
Resistenza attuata senza uscire di casa, dando ospitalità, cibo, un rifugio dove nascondersi.
Resistenza fisica e psicologica all’interno dei ghetti e dei campi di concentramento.
Resistenza del popolo ebraico ad essere sradicato dall’Europa e dalla Storia, mantenendo istituzioni, giornali, feste, riti religiosi e un sistema d’istruzione.
Resistenza interiore
Resistenza culturale e intellettuale. Una resistenza fatta di idee da affermare, trasmettere, diffondere il più possibile.

In occasione del 70°anniversario della Liberazione,
nel giorno che ricorda la notte dei Cristalli (9 novembre 1938), l’Associazione Quarantasettezeroquattro invita tutti gli studenti delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado ad un evento fatto di parole, musica e immagini.
Un evento che assumerà la forma di una grande narrazione collettiva, composta da fotografie e interviste, voci e canti, albi illustrati, fumetti, romanzi e racconti.
Un evento in cui la voce dei testimoni si intreccerà a quella degli storici e in cui le immagini evocate da un’attrice e un musicista si mescoleranno con le storie immaginate degli stessi studenti.

L’evento è organizzato all’interno del progetto europeo “Personal Faces of the Resistance” ideato dall’Associazione Documenta di Zagabria e finanziato dal programma Europe for Citizens dell’Unione Europea.

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PERSONAL FACES OF THE RESISTANCE

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The Project

Project Personal Faces of Resistance and Opposition to Oppression in 20th Century in Europe deals with history of
resistance to various totalitarian regimes with special focus on the consequences of World War II on socialist Yugoslavia.
According to the resistance to totalitarian regimes, based on responsibility and solidarity (“Europe will not be made all at once, or according to a single plan. It will be built through concrete achievements which first create a de facto solidarity.” The Schuman Declaration, May 9th 1950), as the brightest points in European history, the overall objective of this project is to develop and to strengthen social and individual processes of dealing with the past in order to contribute in building of sustainable peace.
Specific objectives of the project:
1. Raising awareness on importance of resisting dictatorships in the past and historical significance of different
resistance movements to the opressive regimes, as motivation for young and general public for working on social
change nowadays;
2. Affirming approaches based on multiperspectivity through the different narratives and creation of public space in
which different narratives will be able to co-exist without bringing into question and without diminishing anyone’s
suffering or tragedy;
3. Enhancing institutional/official support for attempts and activities related to practices of remembering and
commemorating certain events from the past.

 

Activity plan

1. Research and Selection
Public events will be organized in Zagreb and Ljubljana to discuss challenges of documenting and portraying resistance to oppressive regimes. Participants will be historians, researchers, artists, curators, media representatives and activists. Partners will discuss the content of web page and software that will be used.
2. Recording memories of resisters with supporting documentation and developing of Virtual resistance museum as a space where individual stories of people would be kept alive and visible.
3. Traveling exhibition will be focused on personal faces of resistance to different oppressive regimes and will combine recorded personal memories and documents with the background information on various types of ideological-motivated crimes committed by the oppressive regimes. The main idea is that every visitor has the chance to reflect on decision to resists in order to stand up for human dignity, rights and freedoms despite all odds.
4. Educational workshops for youth will take place in each of the countries involved in the action. In respect to availability of collected interviews on the topic and specific contexts of each country, workshops will be organized in the field of formal and/or non-formal education, and will be held in high-schools, museums etc. History and civic education educators will facilitate workshops dealing with questions of resistance in different historical and contemporary contexts and the method of oral history in research and learning of history.
5. International Summer School lasting for 5 days will be organized on the island of Rab, which is near to Goli Otok. Following the successful schools/forums devoted to culture of memory related to WWII (2011, Zagreb) and Wars of 90’s (2013, Vukovar) we plan to organize forum devoted to exchange of experience and information on remembering political violence during socialist/communist regimes. The course will have an interdisciplinary approach.
6. Volunteer Camp will be organized the island of Rab, with daily visits of volunteers to former fascist concentration camp Kampor and Goli otok where creative workshops will be organized
7. Advocacy activities are primarily focused on advocating conservation of Goli otok and other authentic remembrance sites.
Within this set of activities we plan to organize international conference in Zagreb with participants from post-Yugoslav countries and EU, with working title “Dealing with the past and resistance during the Yugoslav socialist regime and communist regimes in Eastern Europe”. Public authorities, ministries, architects and urbanists, artists and media will be invited.
We plan to put special focus on Goli Otok as a remarkable example of forgotten place of memory. Croatian historian T. Jakovina said: “Goli Otok was a Yugoslav Gulag, a labor camp where Stalinists and other opponents of Tito were sent to be ‘re-educated”, but today, despite all efforts made by the Association Goli Otok Ante Zemljar to influence decision makers to build memorial on the Island, only ruins can be found there. Advocacy activities will be planned in accordance with the needs of advocating the establishment of official framework for active remembrance policy focused on Goli Otok.
Insisting on individual examples of resistance to oppression our aim is to raise awareness on victims of all totalitarian regimes and to promote deeper understanding and tolerance among people in Europe.

Activities

Workshop “Capire e raccontare la Shoah e le Resistenze”

 

77th Anniversary of the Crystal Night / Italy / Sognavo un mondo diverso

77th Anniversary of the Crystal Night / Croatia

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Volunteer camp in Goli Otok island – Landscapes of memory

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Summer School in Culture of Memory in Contemporary Europe

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CO-FINANCED BY
European Union – Europe for Citizens

logo EU

 

 

Lead Partner

Documenta center for dealing with the past / Croatia

Partners:
Associazione Quarantasettezeroquattro / Italy
Muzej novejse zgodovine Slovenije / Slovenia
CENTAR ZA GRADJANSKO OBRAZOVANJE / CENTRE FOR CIVIC EDUCATION / Montenegro
ASSOCIATION “PEACE ACTION” PRILEP / Macedonia
Association “CENTAR CZKD” / Serbia
Goli otok “Ante Zemljar” / Croatia
Volunteers’ centre Zagreb / Croatia

Kristalnacht - 2015 11 09