Le nobildonne e le ricche borghesi curavano e tenevano in grande considerazione il loro aspetto esteriore in quanto era considerato un riflesso della ricchezza e disponibilità economica della famiglia. Potersi permettere un abito ricercato, elegante e sfarzoso non era tanto una questione di nobiltà, quanto di ricchezza.
Era quindi un simbolo del proprio status sociale e anche il primo elemento che un estraneo giudicava. Il vestiario e gli accessori, inoltre, erano portatori di complessi simbolismi. Oltre a descrivere gli abiti e le tendenze dell’epoca, vedremo anche il significato di specifici colori o pietre preziose. Anche il colore dei capelli e le acconciature aveva significati specifici.
Parleremo infine dei gioielli all’epoca: la vera e propria rappresentazione della ricchezza; e descriveremo le leggi che regolavano il vestiario e il lusso cittadino che proprio in quegli anni prendeva piede.
La moda medievale delle classi abbienti di quegli anni è quella forse più confusa con quella di epoche successive, quindi ci impegneremo anche a dare una visione storicamente accurata dell’argomento.
(Petra Zurini, 3L)
I GIOIELLI
All’inizio del basso medioevo le donne dell’alta società arricchivano i loro abiti con gioielli, prevalentemente d’oro con a volte incastonate anche pietre preziose.
Su ordinanza di Luigi IX re di Francia, però, nel XIII secolo, alle donne, principesse e regine comprese, fu vietato indossare diamanti in quanto mettere un diamante spettava solo alla Vergine Maria, unica degna.
Nel XIII secolo, inoltre, le leggi suntuarie frenarono il lusso cittadino e lo spreco della ricca borghesia, ma, al tempo stesso permisero solo ed esclusivamente agli aristocratici di indossare comunque sia gioielli che ornamenti preziosi.
A essi, inoltre, oltre che alle pietre venivano attribuiti poteri magici ed erano considerati dei veri e propri amuleti portafortuna o protettori da indossare in particolari occasioni o in guerra.
Al rubino, ad esempio, erano attribuiti longevità e poteri divinatori, allo smeraldo fertilità ed equilibrio, e allo zaffiro la capacità di elevare lo spirito umano, motivo per cui era soprannominata pietra del vescovo.
(Petra Zurini, 3L)
