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admin2014-08-22 16:40:372015-12-01 16:41:33FORSE... LUNGO IL CONFINE - LABORATORIO
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admin2014-06-26 16:51:202015-12-02 18:33:06UNA COSTITUZIONE (IN) COMUNE. Quando la classe diventa Parlamento
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admin2014-06-26 16:42:182015-12-01 16:44:49(RI)PRENDERE LA MEMORIA Laboratorio di storia e audiovisivi
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admin2014-05-14 16:58:062015-12-01 16:59:15UN BUON CONSIGLIO
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admin2013-12-27 11:32:212015-12-02 18:37:52Memobus 2014
Scorrere verso l’alto
FORSE… LUNGO IL CONFINE – LABORATORIO
Progetti didatticiLaboratorio a cura di Alessandro Cattunar e Paola Tarantelli
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Un libro – Sonno gigante sonno piccino, ed. Topipittori – fotografie in bianco e nero della vita quotidiana nel dopoguerra lungo il confine a Trieste e Gorizia, carta colorata, colla e pennarelli. Poi via libera alla fantasia, per colorare il passato e creare da una vecchia immagine una storia tutta nuova.
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Il libro “Sonno gigante sonno piccino” di Giusi Quarenghi e Giula Sagramola e (Topipittori 2014) propone una carrellata di vecchie fotografie di famiglia in b/n che fissano momenti di vita quotidiana, ricorrenze, viaggi: il classico “ritratto di famiglia”, prodotto da una famiglia come tante negli anni del dopoguerra. Le fotografie, però, sono tutte ritoccate dall’illustratrice che gioca con il testo in rima che accompagna ogni pagina: una filastrocca della buonanotte che ispira fantastici viaggi immaginari nel tempo e nello spazio, buffi copricapo, ironici contrappunti a visi seri, gioiosi, a volte sorpresi.
Il laboratorio proposto dall’Associazione 47|04 (1.30 h circa) vuole realizzare un gioco simile con bambini e adulti: partendo dalle foto di famiglia e di vita quotidiana dell’area di confine del territorio goriziano e triestino si vuole provare a rielaborare creativamente un passato non troppo lontano. Scopo dell’attività è quello di provare ad inventare micro-storie sulla base di fotografie d’archivio seguendo la logica del “forse”, portata avanti dalle autrici di “Sonno gigante sonno piccino”.
Il laboratorio si è svolto
GIOVEDÌ 28 AGOSTO / ORE 17.00
presso la libreria “La pecora nera” via Gemona 46, Udine
e verrà prossimamente replicato!!
Intanto un assaggio…
Dai 7 anni. Ingresso libero.
UNA COSTITUZIONE (IN) COMUNE. Quando la classe diventa Parlamento
Progetti didatticiARGOMENTI
Costituzione italiana / potere legislativo e procedure democratiche /comunità locale / cittadinanza attiva.
DESTINATARI
Primaria / 4 -5
Secondaria 1° / tutte
Il progetto è consigliato agli istituti che saranno coinvolti nell’attivazione del Consiglio comunale dei ragazzi.
DESCRIZIONE
Il progetto intende ragionare sui diritti e i doveri fondamentali dei cittadini, sulle procedure democratiche, sulla Costituzione italiana, sulla sua storia e la sua attualità attraverso una modalità creativa e partecipata. Una riflessione generale che trova modalità concrete di applicazione nei contesti locali, lasciando emergere i bisogni e le proposte dei ragazzi per il loro territorio.
OBIETTIVI
− Ragionare in maniera partecipata sui diritti e i doveri fondamentali dei cittadini, sulla Costituzione italiana, sulla sua storia e la sua attualità;
− promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva;
− promuovere una riflessione sulle necessità della comunità locale focalizzandosi sul punto di vista dei ragazzi;
− responsabilizzare i ragazzi attraverso il dibattito sulle esigenze della loro comunità;
− proporre attività laboratoriali tese al confronto e al dialogo;
− realizzare una video-costituzione interamente scritta e “girata” dai ragazzi che la proietteranno all’intera cittadinanza.
MODALITÀ E DURATA DEL PROGETTO
Il percorso si articola in 3 incontri da 2 ore ciascuno lavorando con le singole classi. Le attività proposte sono prevalentemente laboratoriali e seguono l’approccio dell’apprendimento cooperativo attraverso alcune attività mirate che ripropongono (in maniera basilare) i meccanismi dell’iter legislativo parlamentare, dalla proposta all’approvazione dei disegni di legge. Dopo un primo incontro dedicato alla Costituzione e all’architettura istituzionale, la classe viene suddivisa in “commissioni parlamentari”: i componenti di ogni commissione devono proporre due disegni di legge che tengano conto delle esigenze dei ragazzi e di quelle di altri abitanti della comunità (immigrati, disabili, anziani…) cercando di guardare l’ambiente in cui vivono con gli occhi degli altri. Le commissioni vengono poi riunite per il dibattito parlamentare: i relatori di ogni commissione espongono ai propri colleghi i disegni di legge redatti e si avviano le votazioni su ogni singolo emendamento proposto. Il terzo incontro è riservato alla realizzazione di una video-Costituzione: i disegni di legge approvati dall’Assemblea verranno tradotti in veri e propri disegni e rielaborati creativamente attraverso i mezzi audiovisivi. A completamento del percorso si può realizzare una mostra/proiezione con i lavori degli alunni.
MATERIALI E ATTREZZATURE RICHIESTE
Cartelloni, cartoncini colorati, pennarelli, post-it e telecamera: tutti i materiali sono messi a disposizione dagli organizzatori. Se possibile, è utile l’utilizzo di un’aula informatica.
GIÀ REALIZZATO CON…
Scuola primaria di: Forni di Sopra
Scuole secondarie di primo grado di: Artegna / Buja / Forni di Sopra / Paluzza / Paularo / Pontebba / Resia / Tolmezzo
(RI)PRENDERE LA MEMORIA Laboratorio di storia e audiovisivi
Progetti didatticiARGOMENTI
Storia e memoria / luoghi della memoria / storia orale / grammatica cinematografica / tecniche e linguaggi audiovisivi / sceneggiatura / riprese e montaggio / video-interviste.
DESTINATARI
Secondaria 2° / Tutte
DESCRIZIONE
Il progetto intende fornire un percorso didattico che affronti alcune problematiche relative alla storia locale del Novecento (memorie di “seconda generazione” sulla prima guerra mondiale; Seconda guerra mondiale; emigrazione, boom economico e rivoluzione culturale; terremoto del ’76…) attraverso un coinvolgimento attivo degli studenti, dando loro modo non solo di conoscere i fatti, ma anche di riflettere in maniera critica, mettendosi in gioco in prima persona e rielaborando le conoscenze acquisite attraverso i linguaggi audiovisivi. Verranno forniti agli studenti gli strumenti di base, sia teorici che pratici, per la comprensione e l’utilizzo consapevole di un linguaggio specifico e complesso come quello audiovisivo. Si intende introdurre gli allievi alle procedure fondamentali che consentono di ragionare e di comunicare “per immagini” e, dunque, di apprendere le procedure linguistiche, tecniche e operative che sono alla base della realizzazione di un prodotto audiovisivo.
OBIETTIVI
– Fornire gli elementi storici di base in relazione all’argomento scelto; – creare un dialogo e un confronto tra gli studenti e i testimoni diretti dei fatti;
– favorire una riflessione critica sui luoghi della memoria e sulla descrizione e rielaborazione da parte dei testimoni;
– educare ad una visione critica ed attiva del testo audiovisivo, soprattutto di carattere storico, attraverso l’osservazione e l’analisi di frammenti filmici;
– comprendere i codici e la grammatica che fondano il linguaggio audiovisivo e confrontarli con gli altri linguaggi;
– assumere un preciso ruolo all’interno di una produzione audiovisiva al fine di imparare il lavoro di équipe;
– imparare a realizzare videointerviste ai testimoni; – scrivere una sceneggiatura.
MODALITÀ E DURATA DEL PROGETTO
Il laboratorio si articola in otto incontri (di due ore ciascuno) che alternano una parte teorica – sulla storia locale e sulle tecniche di ripresa audiovisiva – ad una pratica in cui i ragazzi impareranno i principi fondamentali necessari a realizzare un cortometraggio (scelta del soggetto, riprese, montaggio). Particolare rilievo verrà dato alle video-interviste realizzate ai testimoni che vissero il periodo in analisi quale punto di partenza per la riflessione storica e tecnica. Lezioni frontali, letture, discussioni di gruppo, confronto con i testimoni e viaggi nei luoghi della memoria permetteranno agli studenti di approcciarsi ai complessi eventi che caratterizzano l’area in cui vivono e di comprendere alcune delle dinamiche principali attraverso un coinvolgimento diretto e attivo.
MATERIALI E ATTREZZATURE RICHIESTE
Per il modulo storico è necessaria una normale aula con tv, videoproiettore e collegamento al pc. Per il modulo audiovisivo è necessaria una sala oscurabile sufficientemente ampia, per le esercitazioni con la telecamera. Gli organizzatori metteranno a disposizione le seguenti attrezzature tecniche professionali: – Telecamera professionale JVC 5001 con stativo, Telcamera Sony HD, Microfono con giraffa, PC portatile, attrezzatura per il montaggio.
GIÀ REALIZZATO CON…
Scuole secondarie di secondo grado di: Gorizia / Trieste.
UN BUON CONSIGLIO
Festival, mostre e museiUna mostra collettiva fatta di parole, biglietti, video, immagini, schizzi, cartelloni, cartellini, cartoni e scatoloni, pieni di pensieri, idee, disegni (di legge), rivendicazioni,affermazioni di diritti (più o meno fondamentali), proposti dai cittadini studenti.
Buja / Biblioteca comunale
Lun, Mer, Gio / 15.00 – 18.30
Ven / 15.30 – 20.00
Sab / 10.00 – 12.30
Un buon consiglio è quello che fa sempre piacere ricevere: un suggerimento, una riflessione, uno spunto per migliorare una situazione o un comportamento. Un buon consiglio (comunale) però è anche, e soprattutto, il risultato del progetto “CCR – Consiglio Comunale dei Ragazzi” che sta coinvolgendo le scuole dell’Istituto comprensivo di Buja.
I materiali esposti in questa mostra sono frutto di diversi percorsi laboratoriali che hanno stimolato nei ragazzi una riflessione sull’importanza di alcuni diritti fondamentali e sulla responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti della comunità in cui vive.
Il percorso di visita si articola in sette sezioni che documentano i diversi momenti di riflessione: dai diritti sanciti e negati, alla partecipazione quale mezzo per incidere sull’ambiente circostante; dal raffronto tra il Consiglio comunale degli adulti e quello dei ragazzi, alle proposte (molto) concrete che gli studenti hanno avanzato – tradotte, in alcuni casi, in veri e propri “disegni” di legge; dalla documentazione della campagna elettorale al bilancio sull’esperienza vissuta come consiglieri.
Per l’allestimento abbiamo scelto di usare degli scatoloni come richiamo diretto all’urna elettorale e anche perché i cartoni vengono usati, nella vita quotidiana, per proteggere e custodire cose più o meno preziose ma comunque importanti.
Gli scatoloni sono inoltre i mattoni di una complessa architettura apparentemente instabile e sempre pronta a cadere ma in realtà solida e capace di sorreggerci. Come i diritti sanciti nella nostra Costituzione.
mostra, allestimenti e video/ Quarantasettezeroquattro
in collaborazione con / Associazione 0432
idea e progetto / Alessandro Cattunar, Paola Tarantelli
allestimento / Alessandro Cattunar, Paola Tarantelli, Cristian Musso, Elena Mattiussi, Dora Tubaro
Mostra realizzata nell’ambito del progetto BujaPolis-Consiglio Comunale dei Ragazzi
Bujapolis nasce dalla volontà da parte del Comune e dell’Istituto Comprensivo di Buja di creare un luogo in cui i ragazzi possano affrontare tematiche riguardanti la partecipazione, il bene comune, le esigenze personali e della comunità e riflettere sulla necessità di una collaborazione attiva per poterle soddisfare.
Sotto la guida degli insegnanti e con l’ausilio di esperti esterni è stato così creato un percorso didattico che ha condotto alla costituzione del Consiglio comunale dei ragazzi (CCR), un progetto di tipo partecipativo attraverso il quale gli alunni divengono protagonisti attivi della comunità di cui fanno parte.
promosso da / Comune di Buja
con il finanziamento di / Regione FVG
realizzato da / Istituto Comprensivo di Buja progetto
Memobus 2014
Progetti didattici, Viaggi della memoriaIL PROGETTO
“Memobus” si fonda sulla convinzione che per mantenere e tramandare la memoria della Shoah sia necessario un lungo percorso che attraverso l’analisi, la riflessione, e l’immedesimazione, porti alla comprensione. La memoria, dunque, è comprensione e impegno.
Per questo motivo il progetto Memobus propone una visita a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come momento centrale di un’esperienza formativa più ampia e articolata che intende focalizzarsi sugli eventi, sui luoghi e sulle persone. Un’esperienza che si compone di lezioni interattive, incontri con i testimoni e laboratori per concludersi con un confronto diretto con i luoghi della memoria: i campi, ma anche il ghetto di Cracovia, il quartiere ebraico e il museo Schindler.
Dopo il viaggio i ragazzi saranno guidati da ricercatori, esperti, registi ed educatori in un percorso di rielaborazione dell’esperienza fatta attraverso i linguaggi del cinema, del teatro e della fotografia. L’obiettivo è ragionare sulle possibilità di raccontare, attraverso parole e immagini, attraverso la voce e la fisicità un periodo storico che, molte volte, è stata definità inimmaginabile. Perchè , malgrado tutto, tramandare la memoria e raccontare l’esperienza vissuta alla propria comunità è necessario soprattutto oggi che ci troviamo alla fine dell’ “Era del testimone”.
Il progetto gode del contributo determinante della Provincia di Gorizia.
PENSIERO E IMMAGINAZIONE
Immaginare vuol dire fare uno sforzo di pensiero, di ragionamento. Significa provare a fare propria un’esperienza, inserendosi al suo interno, rapportandosi direttamente ad essa. Vuol dire, in un certo senso, abbattere le barriere che fanno percepire un determinato evento storico come definitivamente passato ed estraneo.
Questa è la sfida che intendiamo affrontare con il progetto “Memobus”.
La visita ai più grandi e importanti campi di sterminio concepiti dal regime nazista rappresenta un’esperienza di forte impatto emotivo e formativo.
Consente infatti agli studenti di confrontarsi direttamente con gli spazi che furono al centro di eventi che ormai possono apparire lontani e incomprensibili, se non addirittura inimmaginabili.
Più volte si è ripetuto che Auschwitz è impensabile, che la Shoah non è rappresentabile. Che l’esperienza del campo di sterminio è un limite invalicabile per l’immaginazione e per la narrazione. Tali constatazioni hanno contribuito a creare, attorno al problema dei campi di concentramento e di sterminio – non solo degli ebrei, ma anche degli oppositori politici, di Rom e Sinti e di tutti coloro ritenuti inferiori o pericolosi dal regime di Hitler – una sorta di aura, relegandolo quasi in una dimensione di sacralità, in un universo a cui bisognava accostarsi con prudenza e riverenza.
Tale aura ha spesso rappresentato un ostacolo per coloro che intendevano, con i mezzi più diversi, avvicinarsi alla Shoah con l’intenzione di “raccontarla”, di tramandarla, di farla comprendere alle nuove generazioni.
Ma confinare la questione all’interno dell’“impensabile” vuol dire, in un certo senso, sbarazzarsi del problema, firmare una vera e propria dichiarazione d’impotenza. Per non lasciarsi sopraffare da questo sentimento, Hannah Arendt ha insistito sul fatto che «là dove il pensiero fallisce, proprio là il pensiero deve insistere e persistere, tentando magari vie diverse».
Non bisogna quindi parlare di inimmaginabile, ma bisogna anzi essere disposti a riconoscere che per sapere, per comprendere e per comunicare è innanzitutto necessario immaginare. «Dobbiamo provare a immaginare l’inferno di Auschwitz». Bisogna aprirsi all’«immaginazione,malgrado tutto»(G. Didi-Huberman).
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I LUOGHI E I TESTIMONI
Aprirsi alle possibilità dell’immaginazione nel momento in cui si vuole “spiegare”, “raccontare” alle nuove generazioni cos’è stata la Shoah è ancora più importante oggi, mentre ci si sta dirigendo verso la fine dell’ “era del testimone”.
Attraverso la collaborazione con l’ANED partecipanti al progetto avranno la possibilità di dialogare e confrontarsi con alcuni ex deportati e, attraverso i loro racconti, acquisire delle chiavi di lettura fondamentali per comprendere ciò che andranno a vedere. Al contempo, però, gli studenti avranno modo di riflettere sul fatto che, essendo l’ultima generazione a poter ascoltare le testimonianze dirette di chi visse quegli avvenimenti, sarà necessario “immaginare” e promuovere nuove modalità per mantenere e tramandare la memoria.
E questa sarà una loro responsabilità.
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ATTIVITA’ FORMATIVE
Il progetto Memobus prevede cinque incontri di preparazione prima del viaggio e cinque incontri successivi al rientro con storici, docenti universitari, esperti e testimoni diretti dei fatti. Questi appuntamenti consentiranno di riflettere e dialogare sulla storia della prima metà del Novecento a livello europeo e italiano, ma anche di focalizzarsi sul contesto locale del Friuli Venezia Giulia, sulle complesse dinamiche che caratterizzarono un’area di confine abitata da diverse comunità nazionali, linguistiche, religiose e culturali. Inoltre, ci si confronterà con le dinamiche e le difficoltà che riguardano la trasmissione della memoria a livello pubblico e privato.
Storici ed educatori accompagneranno i ragazzi durante il viaggio e, sfruttando anche i momenti di convivialità, stimoleranno continuamente l’interazione e la discussione a vari livelli proponendo momenti di riflessione e rielaborazione individuali e di gruppo.
Supporto fondamentale alle attività formative sarà un’ampissima bibliografia che, oltre ai volumi di taglio saggistico, proporrà agli studenti albi illustrati, graphic novel, romanzi, testimonianze, film e documentari per esplorare diversi linguaggi e punti di vista.
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RACCONTARE LA SHOAH, MALGRADO TUTTO
Il progetto Memobus si basa sulla consapevolezza che ci troviamo ormai alla fine di quella fondamentale fase della “storia della memoria” che Annette Wieviorka ha definito “era del testimone”. E’ quindi necessario domandarsi cosa si può fare “dopo l’ultimo testimone” per tramandare alle generazioni future la memoria della Shoah e mantenere viva la riflessione su un tema che ha bisogno di essere ancora studiato e approfondito.
I partecipanti al progetto Memobus saranno posti di fronte a questa sfida in quanto avranno il compito di sperimentare nuovi modi di raccontare ai propri coetanei e a tutta la cittadinanza un pezzo di questa storia, filtrato attraverso la propria sensibilità. Se da un lato il confronto con i testimoni e con le loro memorie (orali, scritte e audiovisive) rappresenterà un filo rosso di tutto il progetto, dall’altro sarà attraverso il linguaggio della fotografia che si cercherà trovare il modo di “raccontare” e “rappresentare” ciò che appare a molti indicibile e ai limiti della comprensione. Le immagini, dunque, come strumento attraverso cui studiare gli avvenimenti ma anche come risorsa per conservare e tramandare la memoria.
CONTESTUALIZZAZIONE STORICA
– 2-3 incontri in classe
contestualizzazione storica e lavoro a gruppi su immagini, fotografie e documenti;
esperimento di narrazione collettiva della storia attraverso la creazione di una linea del tempo condivisa;
riflessione e dialogo sulla storia della prima metà del Novecento a livello europeo e italiano;
focus sul contesto locale del Friuli Venezia Giulia, sulle complesse dinamiche che caratterizzarono un’area di confine abitata da diverse comunità nazionali, linguistiche, religiose e culturali
LA STORIA E LA MEMORIA
-Incontro-dialogo con un testimone diretto dei fatti (IN CLASSE);
-Incontro-dialogo con un testimone diretto dei fatti (DOPO LA VISITA ALLA RISIERA DI SAN SABBA);
-gli incontri intendono porre l’attenzione, oltre che sui fatti, anche sul piano emotivo e sulle modalità di narrazione della memoria, sulle emozioni, le paure, le scelte individuali;
– riflessione sulle modalità di trasmissione della memoria e sulla responsabilità, da parte dei giovani, di conservarla e trasmetterla.
LABORATORIO DI FOTOGRAFIA
-2 incontri di 2 ore in classe prima del viaggio
-1 incontro di 2 ore durante il viaggio
– 2 incontri di 2 ore in classe dopo il viaggio
Come guardare, analizzare e comprendere una fotografia storica, quali sono i suoi elementi significativi, cosa ci racconta della scena raffigurata e del periodo in cui è realizzata? Quali sono i codici linguistici della fotografia? Come raccontare attraverso le immagini e la loro successione? Soprattutto, come raccontare la storia di un evento eccezionale come la Shoah, come tramandarne la memoria, come catturare le emozioni provate di fronte alle tracce di fatti ormai lontani?
PROGRAMMA DI VIAGGIO
Primo giorno
16.00: Partenza.
17.00: Ritrovo a Trieste.
17.30: Visita alla Risiera di San Sabba, confronto con i testimoni e cerimonia con le autorità.
19.30: Partenza dei pullman da Trieste.
21.30: Attività di preparazione.
Secondo giorno
10.30: Arrivo a Cracovia.
10.30 – 16.00: Tempo libero per visita alla città, sistemazione in albergo e pranzo.
16.00 – 18.30: Visita guidata al quartiere ebraico Kazimierz.
20.30: Cena comunitaria.
Terzo giorno
9.00 – 13.00: spostamento in corriera al Museo Schindler e visita al museo; visita all’ ex ghetto ebraico; a conclusione, breve attività di condivisione e rielaborazione
13.00 – 15.30: Pranzo e tempo libero.
15.30 – 19.00: Piazza del Mercato; laboratorio fotografico
20.30: Cena
Quarto giorno
7.30 – 8.30: Spostamento al campo di Auschwitz 1.
9.00 – 13.00: Visita guidata al campo di Auschwitz 1.
14.00 – 18.00: Visita al campo di Auschwitz 2 Birkenau.
19.00: Rientro a Cracovia.
20.00: Cena.
Quinto giorno
07.00 – 08.00: Colazione
08.00 – 09.30: Suddivisione in gruppi di lavoro e riflessioni sulla visita a Cracovia, Auschwitz e Birkenau; momento di restituzione e rielaborazione
09.30 – 10.00: Check-out e partenza da Cracovia
13.00 – 13.45: Pranzo al sacco/autogrill
19.00 – 19.30: Cena al sacco/autogrill
22.00 – 22.30: Arrivo
Partecipanti
– Studenti/studentesse delle scuole superiori di secondo grado del Friuli Venezia Giulia: classi quarte ed eventualmente terze e quinte.
– Gruppo classe oppure minimo 15 alunni/e per Polo Scolastico.
– Ogni viaggio prevede massimo 2 pullman da 53 posti, per un totale di 90 studenti.
INFORMAZIONI
Associazione Quarantasettezeroquattro
segreteria@quarantasettezeroquattro.it
Alessandro Cattunar
tel 3381411435
Single Portfolio: 2/3 Slider
CSS, HTML, PSDPortfolio Entry!
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