Io sto bene… e spero lo stesso di voi

, , ,

Io sto bene… e spero lo stesso di voi. Comunicare con i propri cari in tempo di guerra e migrazioni.

A cura di
Associazione Quarantasettezeroquattro

In parternariato con
– Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione (Udine)
-La Casa Internazionale delle Donne (Trieste)
– Oikos Onlus
– Cooperativa Il Mosaico
– Io Deposito
– Sezione italiana del Liceo Csokonai di Debrecen (Ungheria).

Scuole coinvolte
– Istituto Comprensivo San Giovanni – Scuola secondaria di primo grado Codermatz (Trieste)
– Istituto Comprensivo Marco Polo – Scuola secondaria di primo grado (Grado)
– ISIS Carducci-Dante – Trieste
– Liceo Csokonai di Debrecen (Ungheria)

Il progetto

Attraverso metodologie e strumenti didattici innovativi e partecipativi, il progetto intende avviare una riflessione sulle ricadute individuali, familiari e sociali dei conflitti, a partire dalla Grande Guerra, con focus sul 1917, fino alle migrazioni del XXI secolo. In una prima fase, studenti italiani e ungheresi svilupperanno attività autonome mentre successivamente si confronteranno sia nel campo delle rielaborazione artistica sia attraverso lo scambio e la condivisione dei percorsi.
E’ prevista una successione di attività, in grado di espandere saperi e competenze specifiche attraverso lezioni partecipate, attività laboratoriali di gruppo, lavoro sul campo, produzioni multimediali.
Tutte le classi si focalizzeranno sull’analisi e il racconto del rapporto tra chi “si sposta” e “chi resta”, di come a seguito di spostamenti legati ai conflitti o a situazioni di necessità impellenti che, loro malgrado, spingono a parti-re gruppi numerosi di persone si modificano sia il singolo individuo sia il tessuto sociale. Ci si focalizzerà in particolare sugli strumenti di comunicazione (lettere, cartoline, diari, telefono, smartphone, social media ecc.) e sulle modalità di racconto della propria vita e situazione
Risultato tangibile delle attività la produzione di un cortometraggio da parte degli studenti italiani che verranno proposti a Debrecen (Ungheria) durante il Festival di Italiano e a Trieste al festival Teatrando.
In partnership con la Fondazione della sezione italiana del liceo Csokonai di Debrecen durante il Festival di italiano verrà organizzata una competizione teatrale riservata alle scuole ungheresi con insegnamento in italiano dedicata alle tematiche della Grande Guerra sul fronte del FVG nel 1917. Le diverse scuole ungheresi produrranno uno spettacolo teatrale in lingua italiana.
Lo spettacolo vincente verrà premiato con un viaggio in Italia durante il quale rappresentare lo spettacolo al festival di teatro Teatrando, a Trieste. Durante il viaggio in Italia gli studenti ungheresi avranno modo di incontrare i loro coetanei italiani e svolgere con loro attività di riflessione e condivi-sione sulle tematiche della Grande Guerra affrontate durante il progetto e avranno modo di visitare i luoghi della memoria in regione e nella vicina Slovenia (Caporetto).
Il coinvolgimento di studenti italiani e ungheresi permette alle attività di svolgersi in un ambiente internazionale e interculturale creando le basi per quella conoscenza reciproca tra nazioni nemiche nella prima guerra che è il pri-mo passo per un approccio critico alla guerra. Grazie alle attività didattiche, ai laboratori e agli incontri internazionali si svilupperà una riflessione sui diversi punti di vista sulla Grande Guerra, sottolineando i danni portati dalla guerra al tessuto sociale, la propaganda contro il nemico e la differente visione della battaglia di Caporetto, vista dagli italiani come tragica sconfitta, mentre dagli austro-ungheresi chiamata “Miracolo”. Proprio su questa differenza di valutazione e sulle conseguenze socio-culturali della guerra sarà dedicata l’attività teatrale delle scuole.

Il progetto intende partire dalla scoperta e dall’analisi dei racconti, delle narrazioni, delle esperienze di vita dei militari e dei civili durante la Grande Guerra per focalizzarsi sulla descrizione dei luoghi e degli spazi, sulle tema-tiche ricorrenti, i differenti punti di vista, le contraddizioni tra sentimenti spesso contrastanti, le modalità narrative e gli espedienti retorici. Il rapporto con i propri cari, quello che si racconta loro e quello che ci si vuole sentire dire da coloro che sono a casa e hanno un punto di vista differente della guerra. Si tratta di sguardi parziali e orientati, e proprio per questo in grado di farci comprendere l’impatto che la guerra ebbe sui singoli, le famiglie, le comuni-tà.
Riteniamo che questi racconti, le loro caratteristiche e i significati che ne derivano siano un ottimo punto di colle-gamento con le guerre attuali: lo sguardo dei civili, di coloro che sono costretti a fuggire dai bombardamenti, dalla povertà, dalla mancanza di prospettive, anche in questo caso appare particolarmente illuminante. Le guerre, agli occhi di chi le subisce, impotente, appaiono tutte sotto la stessa luce
Il progetto allora propone una comparazione tra questi sguardi e narrazioni provenienti dal passato e prodotte nel presente per aprire prospettive di interpretazione e analisi dell’attualità e dei conflitti oggi in corso.
Rispetto alla Grande Guerra, a partire dalla memorialistica dell’epoca, gli studenti ricostruiranno ambiti e vicende, emozioni ed esperienze. Allo stesso modo si occuperanno della raccolta di narrazioni civili. Entreranno in contatto con i profughi di oggi, scopriranno i luoghi dell’accoglienza attivi in regione e raccoglieranno dal vivo le testimo-nianze dei civili in fuga dalle guerre e il loro tenersi in contatto con chi ancora vive in zone di guerra e di conflitto.
I sentimenti dei civili, gli spostamenti coatti cui le genti in guerra spesso sono costrette, il senso di appartenenza ad una terra violata, le privazioni, i legami recisi costruiranno un ideale filo rosso in grado di collegare la Grande Guerra con i conflitti attuali. Analizzeranno i diversi espedienti retorici messi in atto nelle diverse narrazioni di guerra e tracceranno attraverso tecniche specifiche di comparazione somiglianze e differenze. Ne uscirà un quadro sicuramente composito dei diversi conflitti, ognuno con le proprie peculiarità storiche geografiche e politiche, ma allo stesso tempo riaffioreranno i temi ricorrenti e propri di ogni guerra, le esperienze simili, lo stesso cumulo di sofferenze cui le popolazioni vengono sottoposte, i percorsi individuali così vicini l’uno con l’altro. Attraverso la lettura e l’analisi delle narrazioni di guerra emergeranno le conseguenze che ogni conflitto, in ogni epoca provoca, sui territori, sulle popolazioni, sulle vite di ciascun individuo. Nonostante le distanze storiche e geografiche, la guerra avvicina le esperienze di individui lontani fra loro, e ricorda che il diverso e “l’altro da sé” è più simile a noi di quanto non crediamo.

 

Il cortometraggio

Il cortometraggio realizzato dagli studenti della classe III A _ ES del Liceo Carducci -Dante di Trieste.

.

MEMOBUS 2018 – VIAGGIO STUDIO AD AUSCHWITZ-BIRKENAU

, , , , , ,

UN VIAGGIO DI FORMAZIONE AI CAMPI DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ-BIRKENAU.

Il progetto Memobus propone una visita a Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau come momento centrale di un’esperienza formativa più ampia e articolata che intende focalizzarsi sugli eventi, sui luoghi e sulle persone. Un’esperienza che si compone di lezioni interattive, incontri con i testimoni e laboratori per concludersi con un confronto diretto con i luoghi della memoria: i campi, ma anche il ghetto di Cracovia, il quartiere ebraico e il museo Schindler.

 

 Un progetto educativo rivolto agli studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia, un viaggio – al contempo fisico e ideale – all’interno delle memorie tragiche della Shoah e dei totalitarismi.

“Memobus” si fonda sulla convinzione che per mantenere e tramandare la memoria della Shoah sia necessario un lungo percorso che attraverso l’analisi, la riflessione, e l’immedesimazione, porti alla comprensione.


 

PENSIERO E IMMAGINAZIONE

La visita ai più grandi e importanti campi di sterminio concepiti dal regime nazista rappresenta un’esperienza di forte impatto formativo ed emotivo.

Consente infatti agli studenti di confrontarsi direttamente con gli spazi che furono al centro di eventi che ormai possono apparire lontani e incomprensibili, se non addirittura inimmaginabili.
Più volte si è ripetuto che Auschwitz è impensabile, che la Shoah non è rappresentabile. Che l’esperienza del campo di sterminio è un limite invalicabile per l’immaginazione e per la narrazione. Tali constatazioni hanno contribuito a creare, attorno al problema dei campi di concentramento e di sterminio – non solo degli ebrei, ma anche degli oppositori politici, di Rom e Sinti e di tutti coloro ritenuti inferiori o pericolosi dal regime di Hitler – una sorta di aura, relegandolo quasi in una dimensione di sacralità, in un universo a cui bisognava accostarsi con prudenza e riverenza.

Tale aura ha spesso rappresentato un ostacolo per coloro che intendevano, con i mezzi più diversi, avvicinarsi alla Shoah con l’intenzione di “raccontarla”, di tramandarla, di farla comprendere alle nuove generazioni.
Ma confinare la questione all’interno dell’“impensabile” vuol dire, in un certo senso, sbarazzarsi del problema, firmare una vera e propria dichiarazione d’impotenza. Per non lasciarsi sopraffare da questo sentimento, Hannah Arendt ha insistito sul fatto che «là dove il pensiero fallisce, proprio là il pensiero deve insistere e persistere, tentando magari vie diverse».

Non bisogna quindi parlare di inimmaginabile, ma bisogna anzi essere disposti a riconoscere che per sapere, per comprendere e per comunicare è innanzitutto necessario immaginare. «Dobbiamo provare a immaginare l’inferno di Auschwitz». Bisogna aprirsi all’«immaginazione, malgrado tutto» (G. Didi-Huberman).

Immaginare vuol dire fare uno sforzo di pensiero, di ragionamento. Significa provare a fare propria un’esperienza, inserendosi al suo interno, rapportandosi direttamente ad essa. Vuol dire, in un certo senso, abbattere le barriere che fanno percepire un determinato evento storico come definitivamente passato ed estraneo.
Questa è la sfida che intendiamo affrontare con il progetto “Memobus”.


 

ATTIVITA’ LABORATORIALI

 

Il progetto Memobus prevede cinque incontri di preparazione prima del viaggio e due incontri successivi al rientro con storici, docenti universitari, esperti e testimoni diretti, che accompagneranno gli studenti durante l’intero percorso.

L’obiettivo degli incontri è quello di fissare una rigorosa e precisa conoscenza storica dei fatti attraverso l’elaborazione e l’utilizzo di materiali e linguaggi in grado di comporre un quadro globale del contesto storico, che accolga al suo interno sguardi e prospettive diverse fra loro.
Le lezioni storiche preliminari al viaggio saranno costruite pensando agli studenti quali attori del processo di apprendimento, coinvolgendoli nella ricostruzione storica a partire dall’utilizzo di fonti quali, ad esempio, immagini e testimonianze di sopravvissuti.
Il percorso formativo si articolerà attorno al lavoro sinergico di educatori e partecipanti che realizzeranno una mappa digitale on line che supporterà le lezioni e il viaggio, contestualizzando geograficamente informazioni, dati, testimonianze. La mappa si accrescerà, di volta in volta, grazie al contributo fattivo degli studenti, che ne aggiungeranno immagini, fotografie dei luoghi scattate durante il viaggio, brani di libri letti, riflessioni personali.

Con la realizzazione di una mappa digitale i luoghi vengono raccontati attraverso le memorie personali e collettive
e le esperienze vengono condivise.


 

RACCONTARE LA SHOAH MALGRADO TUTTO

Il progetto Memobus si basa sulla consapevolezza che ci troviamo ormai alla fine di quella fondamentale fase della “storia della memoria” che Annette Wieviorka ha definito “era del testimone”. E’ quindi necessario domandarsi cosa si può fare “dopo l’ultimo testimone” per tramandare alle generazioni future la memoria della Shoah e mantenere viva la riflessione su un tema che ha bisogno di essere ancora studiato e approfondito.
I partecipanti al progetto Memobus saranno posti di fronte a questa sfida in quanto avranno il compito di sperimentare nuovi modi di raccontare ai propri coetanei e a tutta la cittadinanza un pezzo di questa storia, filtrato attraverso la propria sensibilità.
Verranno utilizzate immagini storiche e video di testimonianze dirette in modo da stimolare e coinvolgere gli studenti nella vera e propria ricostruzione storica attraverso l’uso consapevole di fonti e documenti dell’epoca. Dall’altro si porrà l’attenzione sui linguaggi della multimedialità quali canali privilegiati dell’oggi per la condivisione e la conservazione sia di conoscenze storiche che di memoria.

La multimedialità quale strumento privilegiato per la condivisione delle esperienze fatte, la socializzazione delle conoscenze acquisite, la trasmissione della memoria.

 

 


 

ATTIVITA’ FORMATIVE

frame 1 copia

CONTESTUALIZZAZIONE STORICA

5 incontri di contestualizzazione storica e lavoro su immagini, fotografie, documenti, video, narrativa. Gli incontri avranno un’impostazione simile per le scuole medie e superiori ma avranno diversi livelli di approfondimento.

Primo incontro – Regimi dittatoriali fra le due guerre
Cosa significa vivere sotto una dittatura? Quale ruolo assunse la propaganda nel regime fascista e nazista? Si analizzeranno le principali dinamiche che portarono all’affermazione del fascismo in Italia e del nazismo in Germania, facendo emergere i tratti ideologici dei due regimi e le ripercussioni sulla vita quotidiana dei cittadini e delle cittadine.

Secondo incontro – La persecuzione politica e i “nemici del Reich”
Focus sulle dinamiche della persecuzione politica in Italia e in Germania, affrontando i temi del dissenso, della propaganda, della repressione e le tappe della persecuzione e deportazione dei “politici”. Si individueranno poi gli altri gruppi etnici e sociali nel mirino della politica persecutoria del nazismo.

Terzo incontro – Le tappe della persecuzione ebraica / La persecuzione dei diritti
Si partirà da un breve excursus all’interno dell’ebraismo attraverso storia e tradizioni, per individuare i tratti principali dell’ebraismo dell’Europa occidentale e il suo rapporto con le società maggioritaria prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Si affronteranno poi le prime fasi della persecuzione dei diritti, soffermandosi sulle basi ideologiche e sulle dinamiche all’interno del partito nazista e della società tedesca.

Quarto incontro – Le tappe della persecuzione ebraica / La persecuzione delle vite
Come si passò dalla persecuzione dei diritti alla persecuzione delle vite? Quali le tappe cronologiche e politiche di questa progressione? Quando iniziò la Shoah e come si arrivò alle camere a gas? Ci si focalizzerà poi sul caso italiano e sulla macchina persecutoria messa in atto a partire dalla fine del 1943, che portò all’arresto degli ebrei nella penisola, alla spoliazione dei loro beni, fino al concentramento nei campi di transito italiani in attesa dei convogli tedeschi diretti verso l’Europa dell’est.

Quinto incontro – Resistenze, zone grigie, banalità del male.
Focus dedicato alle varie forme di resistenza verso il regime: resistenza civile e resistenza armata; resistenza intellettuale e culturale; resistenza all’interno dei ghetti e dei campi. Si affronterà poi il tema della “zona grigia”, cercando di declinare questo concetto in diverse direzioni. Si affronterà soprattutto il tema delle scelte di vita, dell’importanza dei comportamenti individuali, della solidarietà o mancata solidarietà, del collaborazionismo e delle delazioni. Infine si affronterà – almeno parzialmente – la questione dei carnefici, a partire dalla figura di Adolf Eichmann e dalle riflessioni di Hannah Arendt.

Sesto incontro – Incontro/dialogo con un testimone

LA MAPPA DIGITALE

Già a partire dal primo incontro verrà presentata la mappa digitale on line sulla quale si lavorerà durante l’intero percorso e che verrà costruita a partire dai contributi degli studenti.
Inizialmente vuota, crescerà di pari passo alla ricostruzione storica e riporterà i luoghi simbolo, per fornire e sviluppare una localizzazione visiva delle tematiche affrontate. Da semplice tavola cui riportare le coordinate geografiche, diventerà una vera e propria mappa storico-geografica perché i singoli luoghi diventeranno contenitori di immagini, documenti, video, brani e riflessioni che gli studenti aggiungeranno di volta in volta.
Essendo on line, la mappa potrà essere rapidamente socializzata e si farà strumento di divulgazione dell’esperienza vissuta e delle conoscenze acquisite; gli studenti potranno facilmente condividere con i propri coetanei il percorso affrontato, le elaborazioni e le riflessioni scatenate dal viaggio.
La mappa digitale costituirà un ulteriore tassello utile alla riflessione sui luoghi della memoria e di come essi si inseriscano all’interno dei processi di trasmissione e costruzione della memoria collettiva.

TRA NARRATIVA E MEMORIALISTICA

Per aiutare gli studenti a muoversi all’interno della complessità della storia e per stimolare la riflessione e il dibattito, verrà fornita una bibliografia essenziale che comprende narrativa e memorialistica. Ogni studente sceglierà dall’elenco un libro da leggere e ne selezionerà delle parti.
Durante il quinto incontro ogni studente riporterà alla classe una breve sintesi del testo e il suo inquadramento storico, motiverà la scelta dei brani selezionati e li aggancerà ai luoghi della mappa. In questo modo i luoghi della mappa si arricchiranno di ulteriori esperienze e descrizioni e comporranno, come in un puzzle, la complessità del contesto.


 

PROGRAMMA INDICATIVO DEL VIAGGIO

Primo giorno
17.00: Ritrovo presso il piazzale antistante la Risiera.
17.30: Visita alla Risiera di San Sabba, confronto con i testimoni e cerimonia con le autorità.
19.30: Partenza dei pullman da Trieste.
21.30: Attività di preparazione in Pullman.

Secondo giorno
10.30: Arrivo a Cracovia.
10.30 – 13.00: Visita guidata al quartiere ebraico Kazimierz, 4 sinagoghe, cimitero ebraico, piazza e monumento. Lungo la strada: visita ad alcuni dei luoghi coinvolti dall’occupazione nazista della Polonia.
13.00 – 14.30: Pranzo
14.30 – 16.00: Incontro con i rappresentati della Comunità ebraica presso il JCC.
16.00 – 17.00: Sistemazione in albergo.
17.00 – 20.00: Visita libera alla città.

Terzo giorno
9.00 – 13.00: spostamento in corriera al Museo Schindler e visita al museo. A seguire visita all’ ex ghetto ebraico e al museo della Farmacia (esposizione multimediale dedicata alla resistenza ebraica nel ghetto).
13.00 – 14.30: Pranzo.
14.30 – 18.00: Visita libera al Wawel, all’Università e al centro cittadino.
18.00 – 19.30: Attività di riflessione e rielaborazione.
20.30: Cena comunitaria.

Quarto giorno
7.30 – 8.30: Spostamento al campo di Auschwitz 1.
9.00 – 13.00: Visita guidata al campo di Auschwitz 1.
14.00 – 18.00: Visita al campo di Auschwitz 2 Birkenau.
19.00: Rientro a Cracovia.
20.00: Cena.

Quinto giorno

07.00 – 08.00: Colazione
08.00 – 10.00: Suddivisione in gruppi di lavoro e riflessioni sulla visita a Cracovia, Auschwitz e Birkenau; momento di restituzione e rielaborazione
10.30 – 10.30: Check-out e partenza da Cracovia
13.00 – 13.45: Pranzo al sacco/autogrill
19.00 – 19.30: Cena al sacco/autogrill
22.00 – 22.30: Arrivo

Partecipanti

­Studenti/studentesse delle scuole superiori di secondo grado del Friuli Venezia Giulia: classi terze, quarte e quinte.
­In via preferenziale interi gruppi-classe oppure minimo 15 alunni/e per Polo Scolastico.
­Ogni viaggio prevede massimo 2 pullman da 53 posti, per un totale di 80 studenti + docenti + accompagnatori.


 

MEMOBUS 2012 – 2018
un progetto regionale
che ha coinvolto le comunità,
le scuole, i territori.

24 scuole diverse
850 studenti nelle attività didattiche 370 studenti nel viaggio
200 adulti come formatori e accompagnatori
12 testimoni
15 partner

EDIZIONI PRECEDENTI

2012-2013
Scuole coinvolte: Istituto Comprensivo di
Fontanafredda.
Con il contributo del Comune di Fontanafredda.
In collaborazione con ANED Pordenone.

2014
Scuole coinvolte: scuole superiori di Gorizia.
Con il contributo della Provincia di Gorizia.

2015
Scuole coinvolte: scuole superiori di Gorizia,
Monfalcone, Staranzano e Udine.
Con il contributo di: Provincia di Gorizia, Consulta
provinciale degli studenti di Gorizia.

2015 – 2016
Scuole coinvolte: classi terze medie Istituto
comprensivo di Aquileia e Fiumicello.
Con il contributo del Comune di Fiumicello.

2016 e 2017
Scuole coinvolte: scuole superiori di Trieste, Gorizia, Monfalcone, Staranzano.
Con il contributo di: Provincia di Gorizia, Consulta
provinciale degli studenti di Gorizia e Trieste.

2018 e 2019
Scuole coinvolte: scuole superiori di Trieste, Gorizia, Gradisca, Sacile, Pordenone
Con il contributo di: Regione FVG, ANED di Pordenone


 

PER INFORMAZIONI

dott. Alessandro Cattunar
Cell: 338.1411435
segreteria@quarantasettezeroquattro.it

Topografie della memoria – Visite guidate

, ,

Un percorso multimediale e interattivo tra i luoghi della memoria e le memorie dei luoghi.

Accedi al museo diffuso direttamente da casa seguendo questo link

www.topografiedellamemoria.it

“Topografie della memoria – Museo diffuso dell’area di confine” si configura come il primo esempio, in Italia, di  museo transfrontaliero a cielo aperto, un percorso interattivo e multimediale che collega luoghi significativi non solo per la storia ufficiale ma anche per quella individuale dei cittadini di Gorizia e Nova Gorica.

 

Il nucleo centrale dell’iniziativa è la raccolta delle testimonianze orali, delle storie di vita dei cittadini che hanno vissuto nell’area di confine nella prima metà del Novecento. A partire dai racconti di vita sono stati selezionati e “riattivati” una serie di luoghi sensibili sotto il profilo della memoria pubblica e privata.

Si è creata così una nuova “mappa” storica ed emotiva del territorio: una topografia della memoria dell’area di confine. Il visitatore può percorrere un itinerario composto da 10 tappe (6 a Gorizia e 4 a Nova Gorica) in cui sono stati collocati dei totem in ferro battuto che propongono diverse modalità di fruizione.

I TOTEM INTERATTIVI

All’interno del percorso proposto, ogni tappa diventa uno spazio da scoprire e approfondire.  I totem offrono, a un primo livello di fruizione, una “didascalia” trilingue (in italiano, sloveno ed inglese) che lascia emergere la stratificazione di memorie ed eventi che hanno caratterizzato ogni singolo luogo nella storia del Novecento.

Le installazioni invitano poi il visitatore ad osservare lo spazio che lo circonda attraverso dei veri e propri punti di vista che indirizzano lo sguardo verso prospettive insolite. L’intento è quello di stimolare una visione, attiva e curiosa, a 360 gradi.

Attraverso un qualsiasi dispositivo connesso a

internet (tablet, smartphone, pc) è possibile inoltre fotografare un codice QR che consente l’accesso immediato a una serie di contenuti multimediali e audiovisivi:  l’interazione tra interviste, filmati di famiglia e fotografie permette di cogliere le molteplici memorie e ricordi immergendosi nelle “vite degli altri”. Si possono così osservare gli spazi come sono oggi e al contempo ascoltare i racconti dei testimoni, lasciandosi guidare dalle percezioni di coloro che hanno vissuto nel passato.

I contenuti multimediali sono fruibili direttamente in ognuna delle dieci tappe anche connettendosi all’indirizzo confine.todm.it e digitando il numero della stazione in cui ci si trova, oppure da casa all’indirizzo www.topografiedellamemoria.it.

La storia “incarnata” nella voce e nei corpi dei testimoni garantisce una capacità di coinvolgimento emotivo importante per la trasmissione della conoscenza storica. Le storie raccontate dialogano con la storia ufficiale che, in alcuni casi, lascia tracce indelebili nel territorio mentre in altri non si conserva all’interno degli spazi ma solo nelle memorie delle persone e delle comunità. Il progetto intende quindi favorire il recupero della memoria locale e la valorizzazione della specificità storica dei luoghi della città spesso dimenticati o nascosti.

LE VISITE GUIDATE

Le modalità di fruizione offerte dal museo e la varietà dei contenuti proposti rendono “Topografie della memoria” uno strumento didattico ed educativo particolarmente originale.

In queste visite guidate i partecipanti ricopriranno un ruolo attivo, “agendo” direttamente con i propri smartphone e tablet: potranno visualizzare filmati e linee del tempo interattive, ascoltare le voci dei testimoni e contribuire allo sviluppo del museo stesso lasciando dei post-it virtuali con i propri ricordi.

La visita virtuale si accompagnerà all’esplorazione fisica del territorio cittadino e al confronto/dialogo con le guide e i docenti. L’intento è quello di fare un viaggio comunitario attraverso i luoghi, le testimonianze e le immagini che caratterizzarono l’area di confine nella prima metà del Novecento.

Un percorso che consentirà agli studenti di comprendere alcuni dei complessi eventi che segnarono queste terre in un periodo che va dalla fine della Prima guerra mondiale fino alla firma dei Trattati di pace di Parigi (1947). Un percorso che si focalizzerà, oltre che sui fatti, anche sui sentimenti delle persone, sulle speranze e le paure, sui rapporti tra le diverse comunità e sui segni che la storia ha lasciato nella città odierna.

Sono previste visite guidate da una giornata e da mezza giornata.

La durata e le tappe potranno essere concordati col fine di adattarli ai programmi di studio.

Per costi, info e prenotazioni: segreteria@quarantasettezeroquattro.it

.

LE TAPPE


Visualizza Topografie della memoria – Museo diffuso dell’area di confine in una mappa di dimensioni maggiori

1. Parco della Rimembranza (ITA)

2. Trgovski Dom – Giardini Pubblici (ITA)

3. Via Roma (ITA)

4. PIazza Vittoria (ITA)

5. Valico di Casa Rossa – Rožna Dolina (SLO)

6. Valico del Rafut (ITA)

7. Kostanjeviška Cesta – Valico del Rafut (SLO)

8. Piazzale della Transalpina (ITA)

9. Trg Evrope (SLO)

10. Bevkov Trg (SLO)

.

IMMAGINI

.

INFO E CONTATTI

Associazione Quarantasettezeroquattro

Corso Italia 182 – 34170 Gorizia

tel. +39.338.1411435

segreteria@quarantasettezeroquattro.it

www.quarantasettezeroquattro.it

www.topografiedellamemoria.it

.

Un progetto di

Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro (Gorizia)

In collaborazione con

Muzej Novejše zgodovine Slovenije

Con il supporto del programma Europe for Citizens

Unione Europea

Con il finanziamento di

Regione Friuli Venezia Giulia

Provincia di Gorizia

Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

Partners

Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione (IRSML) – Trieste

Università degli Studi di Udine – DAMS di Gorizia

Università di Trieste – Dipartimento di ingegneria e architettura

Università di Lubiana – Dipartimento di Storia

Associazione Isonzo-Soča (Gorizia)

ISIG – Istituto di sociologia internazionale di Gorizia

Associazione Palazzo del Cinema – Mediateca provinciale di Gorizia

Aiso – Associazione Italiana di Storia Orale (Roma)

Icbsa – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Roma)

Tracce. Storie di vita in tempo di guerra

, , ,

Lezione-spettacolo multimediale

a cura di: Alessandro Cattunar
letture: Natalie Norma Fella
video live: Andrea Colbacchini
musiche dal vivo: Margherita Valtorta (voce), David Sarnelli (fisarmonica)

Trovandoci ormai alla conclusione dell’“era del testimone”, appare sempre più necessario individuare ed esplorare nuovi linguaggi, nuove modalità narrative, nuovi strumenti educativi in grado di valorizzare, rielaborare e rendere accessibili le molteplici storie e memorie legate alla Seconda guerra mondiale e alla Shoah che finora sono state tramandate principalmente attraverso la testimonianza diretta.

In occasione della Giornata della Memoria 2018, l’Associazione Quarantasettezeroquattro propone agli studenti e alla cittadinanza una innovativa lezione-spettacolo in cui parole, musica e immagini vanno a comporre un tessuto narrativo originale, capace di catturare lo spettatore e stimolare la riflessione. Un evento in cui si affronteranno alcuni dei principali nodi della storia del Novecento (ascesa dei totalitarismi, persecuzione dei diritti, persecuzione degli ebrei, varie forme di resistenza) intrecciando fotografie, immagini, documenti, racconti di vita, romanzi, fumetti e albi illustrati.
Un evento in cui la voce dei testimoni si intreccerà a quella degli storici e in cui le immagini evocate da un’attrice e un musicista si mescoleranno con fotografie e illustrazioni.

Come si affermano i regimi totalitari in Europa? E come cambia la vita quotidiana delle persone?
Come si articolano le opposte dinamiche di ricerca del consenso e persecuzione del dissenso? Quali le responsabilità individuali e collettive?
E’ possibile raccontare la Shoah, provare a immaginare l’ “inferno di Auschwitz”, cercare di comprendere il più grande crimine del Novecento?
Cosa vuol dire resistere contro l’oppressione e il totalitarismo?
Vuol dire innanzitutto sognare un mondo diverso.
Vuol dire fare uno sforzo d’immaginazione grazie al quale prefigurarsi una nuova società, nuovi rapporti tra le persone, nuove istituzioni, un nuovo modo di vivere.
Vuol dire esporsi, mettere in discussione la propria stabilità ed, eventualmente, rischiare la vita per realizzare il cambiamento.
I modi per farlo, sono molti.

Video – Estratto dello spettacolo

 

VUOTO A RENDERE

, , , ,

UN PROGETTO IN PARTECIPAZIONE CHE VALORIZZA TOLMEZZO E I SUOI BENI COMUNI

Il comune di Tolmezzo promuove il progetto “Vuoto a rendere” gestito dall’associazione Quarantasettezeroquattro in collaborazione con la classe IV Linguistico del liceo G. Marchi.

 

Costituzione, beni comuni e democrazia sono al centro del dibattito pubblico e politico degli ultimi anni. Attorno a questi tre princìpi ruotano le fondamenta del nostro sistema di cittadinanza e si gioca il futuro stesso del paese.

Tre ambiti legati l’uno all’altro dal filo rosso della partecipazione, principio sancito e promosso dalla nostra stessa costituzione.
Conoscere i dettami costituzionali e i meccanismi che regolano i processi democratici, indagare il significato di beni comuni, individuare le modalità di azione e partecipazione diretta alla vita pubblica, consentono di innescare processi di democrazia diretta e hanno ricadute concrete sulla vita dei singoli cittadini e delle comunità di appartenenza.

Come declinare, dunque, il tema della partecipazione all’interno di una piccola comunità?

Gli studenti della IV linguistico G. Marchi di Tolmezzo sono diventati i protagonisti del progetto “Vuoto a rendere” all’interno del quale hanno avuto modo di riflettere sul tema dei beni comuni proponendo azioni di rigenerazione, rivalorizzazione e gestione di alcuni beni comuni cittadini degradati o in disuso: l’ex scuola Marchi, i gradoni dietro al teatro Candoni, la stazione dei pullman.

Le storie di questi luoghi verranno narrate attraverso i linguaggi del teatro, della fotografia e del video trasformandosi in uno spettacolo multimediale che intreccia narrazione, performance, spezzoni di interviste e utopia.
Lo spettacolo avrà luogo venerdì 17 febbraio all’auditorium Candoni di Tolmezzo; alle ore 11:00 per gli alunni delle scuole superiori della città e alle ore 20:30 per l’intera comunità.
Lo spettacolo è gratuito e tutta la cittadinanza è invitata!

LOCANDINA PORGETTO GIOVANI TOLMEZZO 2017

Loghi Vuoto a Rendere

Consiglio comunale delle ragazzi e dei ragazzi di Trieste

,

Progetto educativo biennale di cittadinanza attiva e progettazione partecipata

Il 2° CCRR di Trieste è un progetto educativo di promozione della partecipazione dei ragazzi alla vita della città, ispirato dall’articolo 12 della Convenzione Internazionale ONU di New York (20 novembre 1989) ratificata dall’Italia con legge 176/91.

Il progetto ha durata biennale (anni scolastici 2015/6 e 2016/7) e coinvolge, attraverso le scuole pubbliche e paritarie, ragazze e ragazzi dai 9 ai 14 anni attraverso l’adesione dei loro insegnanti.

Il progetto è promosso dal Comune di Trieste, in collaborazione con UNICEF. Il percorso educativo e di progettazione partecipata è a cura di Quarantasettezeroquattro.

Cittadinanza e/è partecipazione

Il progetto intende porre al centro della riflessione e dell’azione i due concetti di “partecipazione” e “cittadinanza”.
La partecipazione è una capacità che, non essendo innata, può e deve essere acquisita.
Ma cosa vuol dire partecipare?
Partecipare vuol dire, innanzitutto saper osservare e analizzare.
Vuol dire aprirsi al dialogo e al confronto.
Vuol dire riconoscimento e accettazione della diversità.
Vuol dire capacità di mettersi nei panni degli altri e aprirsi all’ascolto.
Vuol dire condividere delle scelte e prendersi delle responsabilità.
Vuol dire creatività e spirito d’iniziativa.

Inoltre, legare la partecipazione al concetto di cittadinanza significa superare l’idea – corretta, ma che risulta eccessivamente “passiva” – secondo cui i giovani devono essere “oggetto di tutele”, promuovendo invece una nuova filosofia che vede nei ragazzi e nelle ragazze delle risorse intellettuali, creative e progettuali fondamentali e insostituibili. Dei soggetti attivi, capaci di esprimere una visione del mondo utile allo sviluppo e al miglioramento dell’intera comunità e del territorio.

Progettazione partecipata

L’intero percorso biennale proposto si basa su alcune delle tecniche di progettazione partecipata maggiormente riconosciute e utilizzate a livello internazionale. L’intento è che il gruppo di ragazzi e ragazze direttamente coinvolti nella qualità di Consiglieri si configurino, al contempo, come un assemblea democratica – con tutte le implicazioni sul piano dell’impegno, della responsabilità ma anche della soddisfazione – e come un gruppo di lavoro efficiente, capace di raggiungere risultati utili e realizzabili senza sacrificare la dimensione della passione e del divertimento.

Il progetto si pone come obiettivo fondamentale quello di rendere i ragazzi e le ragazze protagonisti dell’intero percorso progettuale, a partire dalla costruzione del gruppo fino alla definizione delle misure concrete da adottare. Un percorso che prevede, da un lato, lo sviluppo delle capacità di ascolto, di osservazione del territorio e di condivisione delle idee e dei punti di vista e, dall’altro, la scoperta di tecniche volte all’individuazione e analisi dei problemi e alla proposta di soluzioni efficaci.
Il lavoro non potrà limitarsi al gruppo composto dai consiglieri eletti ma avrà fra gli obiettivi prioritari quello di promuovere la comunicazione con le scuole, le istituzioni pubbliche, le associazioni del territorio e la cittadinanza in generale. La progettazione partecipata, quindi sarà messa in atto non solo all’interno del CCRR ma si cercherà di allargarla all’intera comunità che potrà così avere un ruolo attivo e riconoscere nel CCRR un suo organo di rappresentanza a tutti gli effetti.