Io sto bene… e spero lo stesso di voi
Io sto bene… e spero lo stesso di voi. Comunicare con i propri cari in tempo di guerra e migrazioni.
A cura di
Associazione Quarantasettezeroquattro
In parternariato con
– Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione (Udine)
-La Casa Internazionale delle Donne (Trieste)
– Oikos Onlus
– Cooperativa Il Mosaico
– Io Deposito
– Sezione italiana del Liceo Csokonai di Debrecen (Ungheria).
Scuole coinvolte
– Istituto Comprensivo San Giovanni – Scuola secondaria di primo grado Codermatz (Trieste)
– Istituto Comprensivo Marco Polo – Scuola secondaria di primo grado (Grado)
– ISIS Carducci-Dante – Trieste
– Liceo Csokonai di Debrecen (Ungheria)
Il progetto
Attraverso metodologie e strumenti didattici innovativi e partecipativi, il progetto intende avviare una riflessione sulle ricadute individuali, familiari e sociali dei conflitti, a partire dalla Grande Guerra, con focus sul 1917, fino alle migrazioni del XXI secolo. In una prima fase, studenti italiani e ungheresi svilupperanno attività autonome mentre successivamente si confronteranno sia nel campo delle rielaborazione artistica sia attraverso lo scambio e la condivisione dei percorsi.
E’ prevista una successione di attività, in grado di espandere saperi e competenze specifiche attraverso lezioni partecipate, attività laboratoriali di gruppo, lavoro sul campo, produzioni multimediali.
Tutte le classi si focalizzeranno sull’analisi e il racconto del rapporto tra chi “si sposta” e “chi resta”, di come a seguito di spostamenti legati ai conflitti o a situazioni di necessità impellenti che, loro malgrado, spingono a parti-re gruppi numerosi di persone si modificano sia il singolo individuo sia il tessuto sociale. Ci si focalizzerà in particolare sugli strumenti di comunicazione (lettere, cartoline, diari, telefono, smartphone, social media ecc.) e sulle modalità di racconto della propria vita e situazione
Risultato tangibile delle attività la produzione di un cortometraggio da parte degli studenti italiani che verranno proposti a Debrecen (Ungheria) durante il Festival di Italiano e a Trieste al festival Teatrando.
In partnership con la Fondazione della sezione italiana del liceo Csokonai di Debrecen durante il Festival di italiano verrà organizzata una competizione teatrale riservata alle scuole ungheresi con insegnamento in italiano dedicata alle tematiche della Grande Guerra sul fronte del FVG nel 1917. Le diverse scuole ungheresi produrranno uno spettacolo teatrale in lingua italiana.
Lo spettacolo vincente verrà premiato con un viaggio in Italia durante il quale rappresentare lo spettacolo al festival di teatro Teatrando, a Trieste. Durante il viaggio in Italia gli studenti ungheresi avranno modo di incontrare i loro coetanei italiani e svolgere con loro attività di riflessione e condivi-sione sulle tematiche della Grande Guerra affrontate durante il progetto e avranno modo di visitare i luoghi della memoria in regione e nella vicina Slovenia (Caporetto).
Il coinvolgimento di studenti italiani e ungheresi permette alle attività di svolgersi in un ambiente internazionale e interculturale creando le basi per quella conoscenza reciproca tra nazioni nemiche nella prima guerra che è il pri-mo passo per un approccio critico alla guerra. Grazie alle attività didattiche, ai laboratori e agli incontri internazionali si svilupperà una riflessione sui diversi punti di vista sulla Grande Guerra, sottolineando i danni portati dalla guerra al tessuto sociale, la propaganda contro il nemico e la differente visione della battaglia di Caporetto, vista dagli italiani come tragica sconfitta, mentre dagli austro-ungheresi chiamata “Miracolo”. Proprio su questa differenza di valutazione e sulle conseguenze socio-culturali della guerra sarà dedicata l’attività teatrale delle scuole.
Il progetto intende partire dalla scoperta e dall’analisi dei racconti, delle narrazioni, delle esperienze di vita dei militari e dei civili durante la Grande Guerra per focalizzarsi sulla descrizione dei luoghi e degli spazi, sulle tema-tiche ricorrenti, i differenti punti di vista, le contraddizioni tra sentimenti spesso contrastanti, le modalità narrative e gli espedienti retorici. Il rapporto con i propri cari, quello che si racconta loro e quello che ci si vuole sentire dire da coloro che sono a casa e hanno un punto di vista differente della guerra. Si tratta di sguardi parziali e orientati, e proprio per questo in grado di farci comprendere l’impatto che la guerra ebbe sui singoli, le famiglie, le comuni-tà.
Riteniamo che questi racconti, le loro caratteristiche e i significati che ne derivano siano un ottimo punto di colle-gamento con le guerre attuali: lo sguardo dei civili, di coloro che sono costretti a fuggire dai bombardamenti, dalla povertà, dalla mancanza di prospettive, anche in questo caso appare particolarmente illuminante. Le guerre, agli occhi di chi le subisce, impotente, appaiono tutte sotto la stessa luce
Il progetto allora propone una comparazione tra questi sguardi e narrazioni provenienti dal passato e prodotte nel presente per aprire prospettive di interpretazione e analisi dell’attualità e dei conflitti oggi in corso.
Rispetto alla Grande Guerra, a partire dalla memorialistica dell’epoca, gli studenti ricostruiranno ambiti e vicende, emozioni ed esperienze. Allo stesso modo si occuperanno della raccolta di narrazioni civili. Entreranno in contatto con i profughi di oggi, scopriranno i luoghi dell’accoglienza attivi in regione e raccoglieranno dal vivo le testimo-nianze dei civili in fuga dalle guerre e il loro tenersi in contatto con chi ancora vive in zone di guerra e di conflitto.
I sentimenti dei civili, gli spostamenti coatti cui le genti in guerra spesso sono costrette, il senso di appartenenza ad una terra violata, le privazioni, i legami recisi costruiranno un ideale filo rosso in grado di collegare la Grande Guerra con i conflitti attuali. Analizzeranno i diversi espedienti retorici messi in atto nelle diverse narrazioni di guerra e tracceranno attraverso tecniche specifiche di comparazione somiglianze e differenze. Ne uscirà un quadro sicuramente composito dei diversi conflitti, ognuno con le proprie peculiarità storiche geografiche e politiche, ma allo stesso tempo riaffioreranno i temi ricorrenti e propri di ogni guerra, le esperienze simili, lo stesso cumulo di sofferenze cui le popolazioni vengono sottoposte, i percorsi individuali così vicini l’uno con l’altro. Attraverso la lettura e l’analisi delle narrazioni di guerra emergeranno le conseguenze che ogni conflitto, in ogni epoca provoca, sui territori, sulle popolazioni, sulle vite di ciascun individuo. Nonostante le distanze storiche e geografiche, la guerra avvicina le esperienze di individui lontani fra loro, e ricorda che il diverso e “l’altro da sé” è più simile a noi di quanto non crediamo.
Il cortometraggio
Il cortometraggio realizzato dagli studenti della classe III A _ ES del Liceo Carducci -Dante di Trieste.
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La memoria restituita / Performance multimediale itinerante
LA MEMORIA RESTITUITA
Un percorso multimediale tra le storie dei ricoverati-lavoratori dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Gorizia.
un progetto di: Quarantasettezeroquattro
in collaborazione con: Lunatico Festival
regia: Chiara Perini
ricerche d’archivio e consulenza scientifica: Sara Fantin / La Collina cooperativa sociale
videoproiezioni: Andrea Colbacchini
sistemi interattivi: Paolo Scoppola
coreografie: Sarah Taylor
con: Sergio Pancaldi e Sara Taylor
con la partecipazione di
Oltre Quella Sedia – compagnia di Teatro Interesshante:
Arianna Ballarin, Corrado Canu, Stefano Pincin, Cecilia Tomsig, Marco Tortul, Lina Veccia
musiche live: Paolo Scoppola
si ringraziano per la collaborazione:
Elisa Stocco / CSM di Gorizia
Ilaria Bastiani / La Collina cooperativa sociale
Cristina Gregoris
Ingresso gratuito
Ritrovo: spiazzo antistante il padiglione esterno..
LO SPETTACOLO
La performance multimediale itinerante “La memoria restituita” prende spunto dalla ricerca archivistica che sta portando in luce documenti, cartelle cliniche e resoconti dell’archivio dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Gorizia con l’intenzione di condividere con gli spettatori alcune delle tante possibili storie del manicomio in cui ebbe inizio la riforma della psichiatria italiana. Franco Basaglia, direttore dell’ex-opp di Gorizia dal 1961 al 1969, sperimentò nella struttura goriziana un modus operandi che portò alla formulazione delle legge 180 del ’78 con conseguente smantellamento della struttura manicomiale italiana a cui farà seguito lo sviluppo dei Centri di Igiene Mentale, oggi Centri di Salute Mentale, attivi su tutto il territorio nazionale. Il focus della performance sono i pazienti-lavoratori. Dall’ergoterapia degli anni ’30 alle attività occupazionali promosse nel periodo basagliano fino alle attuali borse lavoro offerte ai pazienti dei Centri di Salute Mentale. Gli spettatori seguiranno un percorso che dall’interazione tra videomapping e lettura scenica approderà al teatro multimediale e alla performance di danza per concludersi con un’installazione interattiva che li porterà a farsi protagonisti diretti di questa esperienza mediatica.
OLTRE QUELLA SEDIA
A partire da un percorso di teatro sperimentale nel 2002 nasce “Oltre quella sedia”; nel 2009 “Oltre Quella Sedia” diventa associazione di promozione sociale e offre una proposta teatrale tesa alla ricerca della valorizzazione delle abilità e delle capacità del singolo che trasformano in ricchezza del gruppo, creando spettacoli che non si fermino al palcoscenico, ma “inondino” lo spettatore con messaggi ed emozioni. Lo spettacolo utilizza l’espressione corporea, la voce, le parole (intese come significanti e come significato), il movimento, le musiche, il silenzio e mette in contrapposizione momenti corali a momenti di espressione individuale, dando vita ad assonanze e dissonanze e lavorando sul gesto che diventa azione consapevole e che passa da grande a estremamente misurato, da veloce a ostinatamente lento, fino ad arrivare all’immobilità, per sottolineare il suo respiro.
Gli attori si muovono sul palco, realizzando momenti dinamici e statici come in una sorta di album di famiglia che si sfoglia, soffermandosi a ogni foto. Ognuna di esse appartiene a una storia, a un vissuto di sentimenti e sensazioni da condividere con lo spettatore che viene avvolto dalle emozioni, stravolto nei pensieri e reso protagonista di un’opera d’arte.
SERGIO PANCALDI
Segio Pancaldi è attore dal 1997 quando sotto la guida artistica di Aldo Vivoda inizia la sua collaborazione con la compagnia teatrale Petit Soleil. Attualmente collabora con Hangar Teatri ed è insegnante e regista al CUT Trieste – Centro Universitario Teatrale di Trieste. In passato ha lavorato con l’Accademia della Follia e con la Fabbrica delle Bucce.
SARAH TAYLOR
Danzatrice e coreografa formatasi all’Australian Ballet School secondo le tecniche Cunningham e Graham; si è perfezionata presso la Martha Graham School a New York.
Dal 2010 collabora con la compagnia del Balletto di Roma in qualità di maître de ballet del corpo di ballo e assistente ripetitrice dei coreografi ospiti.
Interessata alla danza interattiva e alle nuove tecnologie ha collaborato con la Graz University of Technology e con il dipartimento di musica elettronica del Conservatorio “G. Tartini” di Trieste.
Per 10 anni ha collaborato con l’Accademia della Follia e ha diretto la coreografia di Divercity@040: psico-musical (regia di Claudio Misculin).
PAOLO SCOPPOLA
Paolo Scoppola, laurea in informatica presso l’Università “La Sapienza”, è un video artista e musicista. Ha lavorato per diverse aziende italiane nel campo della grafica 3D, producendo nel frattempo musiche per documentari e sigle televisive.Realizza video installazioni interattive su grandi schermi producendo software, musiche e immagini.
Nel corso della performance multimediale “La memoria ritrovata” viene utilizzata la sua installazione interattiva “Air Drops”. Scoppola assiste alla realizzazione del disegno di luce e dialoga con lo spettatore/pittore attraverso le note di un pianoforte.
Riprendere la memoria. Corso di formazione e aggiornamento in storia orale e tecniche audiovisive
UDINE / PADOVA / REGGIO EMILIA
FEBBRAIO -A PRILE 2017
ATTENZIONE! Le date del corso a Padova sono state aggiornate.
Organizzato da:
Associazione Quarantasettezeroquattro – Gorizia
LabOr – Laboratorio di Storia Orale dell’Università di Padova
Istoreco – Istituto storico per l’età contemporanea di Reggio Emilia
“Riprendere la memoria” è un corso di formazione e aggiornamento che pone al centro dell’attenzione la metodologia della storia orale.
Ormai da alcuni decenni, anche in Italia, le fonti orali si sono ritagliate un importante ruolo all’interno della ricerca storiografica. La riflessione sui rapporti tra storia e memoria e le interconnessioni tra memoria individuale, pubblica e collettiva ha assunto una rilevanza particolare con lo svilupparsi di nuove forme di comunicazione legate al web e con il diffondersi di tecnologie di registrazione audiovisiva a basso costo.
Se la fruizione di prodotti audiovisivi basati su fonti orali audiovisive è ormai quotidiano e pervasivo; la capacità critica di analisi di questi prodotti non sempre è altrettanto affinata. Al contempo, se da un lato i costi di attrezzature audiovisive di alta qualità è drasticamente calato, consentendo a tutti di accedere alle tecnologie necessarie, dall’altro non sono diffuse le competenze necessarie ad un uso consapevole e ragionato di tali mezzi.
Il corso intende affrontare entrambi questi ambiti: metodologico e tecnico.
Nello specifico il corso intende approfondire le pratiche relative alla raccolta e gestione delle fonti orali e le tecniche audiovisive di registrazione di videointerviste e la successiva realizzazione di prodotti audiovisivi come documentari, video-presentazioni, installazioni audiovisive multimediali e interattive, spettacoli video-teatrali.
Il corso proporrà le basi metodologiche del lavoro dello storico con le fonti orali per poi focalizzarsi sulle questioni che riguardano la rielaborazione della memoria attraverso i linguaggi multimediali.
In particolare, si intende fornire gli strumenti e le prassi per svolgere attività di raccolta delle fonti orali, dalla formulazione delle ipotesi di ricerca alla selezione del campione di intervistati, dalla definizione del questionario alle tecniche di intervista. Ci si concentrerà poi su tutto il processo di realizzazione pratica dell’intervista: individuazione dell’ambiente più adatto e organizzazione del “set; composizione della “troupe/gruppo di lavoro”; uso della telecamera e delle attrezzature audio; rapporto intervistato-intervistatore; gestione degli imprevisti. Tutto il processo sarà messo in pratica direttamente dai partecipanti che realizzeranno, all’interno del corso e suddivisi in piccoli gruppi, una piccola ricerca di storia orale, in tutte le sue fasi.
Nel corso del lavoro si affronteranno alcune questioni etiche fondamentali: privacy e diffusione di informazioni personali; responsabilità del ricercatore; uso dell’immagine degli intervistati; rapporto tra intervistato e intervistatore; le implicazioni etiche legate ai media.
Il corso si concluderà con un focus sulla realizzazione di prodotti audiovisivi di carattere documentaristico e basati sull’utilizzo delle fonti orali fornendo ai partecipanti tutte le competenze di base necessarie alla postproduzione e alla realizzare un montaggio dei materiali raccolti nel corso della ricerca. A seconda dell’interesse dei partecipanti ci si focalizzerà sulla realizzazione di un cortometraggio documentaristico, sull’ideazione di un’installazione multimediale o sulla progettazione di uno spettacolo di teatro multimediale.
Si cercherà di proporre metodi e strumenti utili a replicare il lavoro svolto all’interno del contesto scolastico (scuole secondarie di primo e secondo grado), con attrezzature accessibili e costi ridotti, senza rinunciare al rigore metodologico e alla qualità del prodotto finale.
OBIETTIVI
− Riflettere sull’utilità della raccolta, analisi e rielaborazione delle interviste in formato audiovisivo come strumento didattico da utilizzare in diversi ambiti educativi;
− fornire le conoscenze di base in merito alle metodologie e alle tecniche della storia orale in tutte le fasi, dalla definizione della ricerca alla realizzazione e analisi delle interviste;
− proporre moduli di lavoro da utilizzare nelle classi;
− fornire le competenze necessarie, in ambito tecnico, per la realizzazione di un’intervista: uso delle telecamere (sia professionali, consumer, smartphone) e utilizzo di attrezzature per la registrazione dell’audio;
− fornire le competenze tecniche per la realizzazione di un montaggio audiovisivo finalizzato alla creazione di un cortometraggio documentaristico, di un’installazione multimediale o di uno spettacolo di teatro multimediale;
− favorire la discussione sulle buone pratiche da adottare in classe;
− proporre strumenti di lavoro economici e di facile reperibilità;
− proporre alcuni esempi di progetti educativi già realizzati in questo ambito con le scuole secondarie di primo e secondo grado.
PROGRAMMA
Prima sessione. Storia e metodologia della storia orale (3 ore)
− La prima sessione del corso sarà dedicata alla metodologia della storia orale e in particolare dell’intervista biografica aperta: breve excursus sulla storia orale; metodologia di raccolta delle fonti orali; strutturazione di un questionario aperto; questioni etiche e deontologiche.
− La riflessione si focalizzerà poi sul ruolo delle fonti orali nella ricerca storica e in particolare sulle potenzialità offerte nei processi di divulgazione e racconto della storia, soprattutto all’interno delle scuole.
− Si porteranno alcuni esempi di ricerche svolte dall’Istituto storico di Reggio Emilia legati in particolare alla storia della Resistenza e del secondo conflitto mondiale nella provincia reggiana con riferimenti ai documentari e archivi on-line realizzati negli ultimi anni da Istoreco.
− Sarà proposta la visione e analisi di diversi tipi di interviste “grezze”, per valutarne punti di forza e criticità, a seconda degli obiettivi, dei contesti e dei mezzi a disposizione.
Seconda sessione. Il linguaggio audiovisivo (3 ore)
La seconda sessione sarà dedicata al linguaggio audiovisivo e alle attrezzature necessarie.
– Elementi di grammatica e linguaggio cinematografico: i codici, la scala dei piani, i movimenti di macchina, i raccordi, la profondità di campo, l’uso delle scritte.
– La colonna sonora: voce, musiche e rumori; il montaggio sonoro; colonne sonore originali e di repertorio; atmosfera ed effetti; dove reperire brani musicali gratuiti.
Terza sessione. Gli strumenti (3 ore)
La terza sessione sarà dedicata ad un approfondimento sugli strumenti necessari e a disposizione dello storico orale. L’intento è quello di comprendere quali sono le potenzialità che le differenti attrezzature offrono al ricercatore, valutandone pregi e difetti e valutando le soluzioni migliori da adottare all’interno dei contesti scolastici.
– L’attrezzatura video professionale e amatoriale: telecamere, fotocamere digitali e smartphone. Cavalletti e treppiedi.
– Attrezzature audio: registratori audio professionali e consumer, smartphone, microfoni da telecamera (microfoni integrati, pulci, giraffe, gelati).
– Lo zainetto dell’oralista: tutti gli accessori da portarsi con sé per affrontare imprevisti ed emergenze.
Quarta sessione. Workshop per la realizzazione di un prodotto audiovisivo (12 ore)
La sessione, intensiva, sarà dedicata alla realizzazione, in tutte le sue fasi, di un prodotto audiovisivo basato sulle fonti orali. Poiché l’intento è quello di simulare un possibile intervento all’interno di classi scolastiche, il lavoro sarà impostato con attrezzature economiche e tempi stretti.
– La creazione della troupe e suddivisione dei ruoli.
– L’individuazione dei testimoni e la strutturazione del questionario.
– Il piano di lavorazione.
– Le riprese delle testimonianze in interni ed esterni.
– Le riprese delle immagini di contestualizzazione.
– Riprese audio.
– Postproduzione (montaggio, effetti, elaborazione del suono) finalizzato a: realizzazione documentario / installazione multimediale / spettacolo video/teatrale.
– L’allestimento (nel caso di installazione/spettacolo teatrale).
I partecipanti lavoreranno suddivisi in gruppi di 4 persone coordinati da un tutor regista/videomaker. I membri di ogni gruppo avranno modo di sperimentare in prima persona tutte le fasi del processo di realizzazione di un prodotto audiovisivo basato sulle fonti orali, dalla realizzazione dell’interviste, alle riprese al montaggio.
Quinta sessione. Visione e discussione (2 ore)
Proiezione e presentazione dei lavori realizzati e discussione.
DATE E ORARI
Padova (date aggiornate)
10, 17, 24 aprile ore 16.00 – 19.00
4 maggio ore 16.00 – 20.00
5 maggio ore 10.00 – 18.00
Udine
21 e 28 marzo, 4 aprile ore 16.00 – 19.00
7-8 aprile ore 10.00 – 13.00 – 14.00 – 18.00
Reggio Emilia
22 e 27 marzo, 5 aprile ore 16.00 – 19.00
14-15 aprile ore 10.00 – 13.00 – 14.00-18.00
PROGRAMMA SPECIFICO PER OGNI TAPPA
Programma PADOVA
ISCRIZIONI
Docenti MIUR: iscrizione diretta attraverso il portale SOFIA del MIUR
http://www.istruzione.it/pdgf/
Chi non è docente MIUR può iscriversi mandando una mail a segreteria@quarantasettezeroquattro.it
Per informazioni: Alessandro Cattunar – 3381411435
PARTECIPANTI
min 12 – max 16 per ogni tappa
QUOTA D’ISCRIZIONE
260 euro con possibilità di usare bonus docente.
Info: segreteria@quarantasettezeroquattro.it
www.quarantasettezeroquattro.it/portfolio/riprendere-la-memoria/
IL CORSO E’ RICONOSCIUTO DAL MIUR
ORGANIZZATO DA
Workshop – Personal Faces of The Resistance
Workshop Capire e Raccontare la Shoah
All’interno del progetto Personal Faces of the Resistance, l’Associazione Quarantasettezeroquattro ha organizzato 4 workshop sul tema “Capire e raccontare la Shoah e le Resistenze. Immagini e parole, malgrado tutto”.
I workshop si sono svolti a Gorizia il 6, 17 e 23 marzo 2017 e il 27 aprile 2017
1 – Regimi dittatoriali fra le due guerre
Cosa significa vivere sotto una dittatura? Quale ruolo assunse la propaganda nel regime fascista e nazista? Si analizzeranno le principali dinamiche che portarono all’affermazione del fascismo in Italia e del nazismo in Germania, facendo emergere i tratti ideologici dei due regimi e le ripercussioni sulla vita quotidiana dei cittadini e delle cittadine.
2 – Secondo incontro – La persecuzione dei diritti e Resistenze civili
Si partirà da un breve excursus all’interno dell’ebraismo attraverso storia e tradizioni, per individuare i tratti principali dell’ebraismo dell’Europa occidentale e il suo rapporto con le società maggioritaria prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Si affronteranno poi le prime fasi della persecuzione dei diritti, soffermandosi sulle basi ideologiche e sulle dinamiche all’interno del partito nazista e della società tedesca.
3 – La persecuzione delle vite – Le Resistenze armate
Come si passò dalla persecuzione dei diritti alla persecuzione delle vite? Quali le tappe cronologiche e politiche di questa progressione? Quando iniziò la Shoah e come si arrivò alle camere a gas? Ci si focalizzerà poi sul caso italiano e sulla macchina persecutoria messa in atto a partire dalla fine del 1943, che portò all’arresto degli ebrei nella penisola, alla spoliazione dei loro beni, fino al concentramento nei campi di transito italiani in attesa dei convogli tedeschi diretti verso l’Europa dell’est.
4 – La persecuzione politica e i “nemici del Reich”
Focus sulle dinamiche della persecuzione politica in Italia e in Germania, affrontando i temi del dissenso, della propaganda, della repressione e le tappe della persecuzione e deportazione dei “politici”. Si individueranno poi gli altri gruppi etnici e sociali nel mirino della politica persecutoria del nazismo.
L’evento è organizzato all’interno del progetto europeo “Personal Faces of the Resistance” ideato dall’Associazione Documenta di Zagabria e finanziato dal programma Europe for Citizens dell’Unione Europea.
Burnt in Memories – Storia e memoria dei villaggi bruciati dai nazisti
- Seminari sull’utilizzo delle fonti orali per il recupero e lo studio delle memorie relative al periodo storico in oggetto;
- Realizzazione di un film documentario che sarà proiettato nei ‘villaggi bruciati’
- Mostra fotografica itinerante allestita a Mačkolje/ Caresana (I), Miren pri Nova Gorica (Slo), Šmarje pri Kopru (Slo) e Žejane (Hr).
- Tavola rotonda/webinar, trasmesso live via streaming in alcune unversità europee.
- Realizzazione di “cubi della memoria” multimediali nei ‘villaggi bruciati’ di Mačkolje/ Caresana (I), Miren pri Nova Gorica (Slo), Šmarje pri Kopru (Slo) e Žejane (Hr).
L’Associazione Quarantasettezeroquattro si occupata, nello specifico, della progettazione e realizzazione dei “cubi della memoria”. Si tratta di manufatti metallici sulla cui superficie sono riportati, in tre lingue (italiano, sloveno e croato) i principali eventi che hanno caratterizzato ogni villaggio nel periodo del fascismo, della guerra e dell’occupazione nazi-fascista). Inoltre, su ogni cubo, è riportato un codice QR che consente, attraverso qualsiasi dispositivo connesso ad Internet (quali tablet, smartphone etc) di accedere a interviste, fotografie ed altro materiale storico reso disponibile.
I cubi della memoria sono stati posti all’interno dei villaggi, raccontando la storia delle vite dei paesani e del loro territorio aai compaesani e alle persone di passaggio . Per il suo contenuto tecnologico l’installazione intende catturare l’attenzione dei giovani, ma al tempo stesso può favorire il turismo in zone dove non è ancora molto sviluppato. I contenuti pubblicati sul sito Web aiuteranno la disseminazione dei risultati del progetto, aumentando così la visibilità e le possibilità di condivisione e di dialogo.
Il progetto: contesto e finalità
Il progetto è focalizzato sulla multietnica regione di confine posta tra Italia, Slovenia e Croazia, detta Venezia Giulia o Julijska Krajina (dopo l’occupazione nazista del 1943 venne denominata Adriatisches Küstenland). In quest’area, il confine ed i regimi politici sono cambiati più volte nell’ultimo secolo passando dalla dominazione asburgica a quella italiana per tornare sotto la sfera di influenza tedesca nel 1943.
Sebbene questa regione fosse dal 1920 ufficialmente parte dell’Italia, le popolazioni croate e slovene svilupparono dei movimenti di resistenza attiva contro il regime e lottarono per la loro annessione alla ‘madrepatria’ – la Jugoslavia – o talvolta per l’autonomia dalla Venezia Giulia.
Durante la seconda guerra mondiale tra i partigiani sloveni e croati e la Resistenza italiana si alternarono fasi di cooperazione e periodi di contrasto, legati alle questioni politiche e nazionali.
Durante il conflitto le forze di occupazione fasciste e naziste bruciarono diversi paesi di quest’area confinaria. Tali villaggi sono stati testimoni delle violenze perpetrate dagli occupanti nel tentativo di cancellarli e perciò dovrebbero essere riconosciuti come ‘località della memoria’ come i più tristemente famosi Oradour-sur-Glane, Lidice o Ležáky.
La principale motivazione che spinse a questi crimini di guerra fu la vendetta verso la popolazione civile che supportava la Resistenza, cioè il movimento partigiano ed i combattenti per la libertà. I roghi dei villaggi venivano spesso accompagnati anche da uccisioni, deportazioni, incursioni ed altre violenze.
Per ricordare questi eventi, si intende raccogliere le memorie personali degli incendi e delle loro conseguenze, oltre alle fotografie dei villaggi. Sulla base di fonti letterarie e d’archivio si realizzerà una mappa dei villaggi bruciati nella Venezia Giulia/ Juljiska Krajina e, più in generale, verranno promossi momenti di riflessione che coinvolgerà un pubblico ampio e diversificato.
Saranno realizzati dei “pannelli della memoria e di documentazione” che favoriranno il raggiungimento di questi scopi. Infatti, appare necessario generare la consapevolezza nelle giovani generazioni che la memoria di queste devastazioni belliche è una parte importante dell’identità dei luoghi in cui vivono.
Inoltre, con uno spirito di curiosità e rispetto intergenerazionale, s’intende andare oltre ai conflitti nazionali ed interculturali, oltre alle colpe collettive e all’intolleranza: con lo scopo di contribuire al rafforzamento di forme di cittadinanza attiva e per stimolare l’integrazione europea nella regione.
A questo fine si stimolerà la cooperazione tra associazioni non governative, comunità ed autorità locali, scuole, mondo accademico e media.
Durata: Agosto 2015 – Gennaio 2017
Partner di progetto:
- Znanstveno-raziskovalno središče Koper (Centro di ricerche scientifiche Capodistria, leading partner)
- Kulturno izobraževalno društvo PiNA
- Associazione Quarantasettezeroquattro
- Udruga “Žejane”
- Associazione Kinoatelje
- Občina Dolina / Comune di San Dorligo della Valle
- Istarsko povijesno društvo
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