VUOTO A RENDERE

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UN PROGETTO IN PARTECIPAZIONE CHE VALORIZZA TOLMEZZO E I SUOI BENI COMUNI

Il comune di Tolmezzo promuove il progetto “Vuoto a rendere” gestito dall’associazione Quarantasettezeroquattro in collaborazione con la classe IV Linguistico del liceo G. Marchi.

 

Costituzione, beni comuni e democrazia sono al centro del dibattito pubblico e politico degli ultimi anni. Attorno a questi tre princìpi ruotano le fondamenta del nostro sistema di cittadinanza e si gioca il futuro stesso del paese.

Tre ambiti legati l’uno all’altro dal filo rosso della partecipazione, principio sancito e promosso dalla nostra stessa costituzione.
Conoscere i dettami costituzionali e i meccanismi che regolano i processi democratici, indagare il significato di beni comuni, individuare le modalità di azione e partecipazione diretta alla vita pubblica, consentono di innescare processi di democrazia diretta e hanno ricadute concrete sulla vita dei singoli cittadini e delle comunità di appartenenza.

Come declinare, dunque, il tema della partecipazione all’interno di una piccola comunità?

Gli studenti della IV linguistico G. Marchi di Tolmezzo sono diventati i protagonisti del progetto “Vuoto a rendere” all’interno del quale hanno avuto modo di riflettere sul tema dei beni comuni proponendo azioni di rigenerazione, rivalorizzazione e gestione di alcuni beni comuni cittadini degradati o in disuso: l’ex scuola Marchi, i gradoni dietro al teatro Candoni, la stazione dei pullman.

Le storie di questi luoghi verranno narrate attraverso i linguaggi del teatro, della fotografia e del video trasformandosi in uno spettacolo multimediale che intreccia narrazione, performance, spezzoni di interviste e utopia.
Lo spettacolo è stato presentato venerdì 17 febbraio all’auditorium Candoni di Tolmezzo; alle ore 11:00 per gli alunni delle scuole superiori della città e alle ore 20:30 per l’intera comunità.

Lo spettacolo

La locandina

LOCANDINA PORGETTO GIOVANI TOLMEZZO 2017
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Partner diprogetto
Loghi Vuoto a Rendere

 

RACCONTARE L’ACCOGLIENZA

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Incontro / Tavola Rotonda

Cormons / Sala Civica di palazzo Locatelli

15 dicembre 2016, ore 17.30

Iniziano i lavori per la terza edizione del Festival della multimedialità urbana In\visible Cities. “MigrAzioni: storie, percezioni, esperienze” che avrà luogo a Gorizia dal 17 al 22 maggio 2017; il Festival propone spettacoli, installazioni e performance che fanno interagire i linguaggi artistico/performativi con la multimedialità e gli spazi urbani, focalizzandosi sul rapporto che gli abitanti hanno con la città in cui risiedono, lavorano, studiano; con lo spazio urbano in cui vivono. Questa edizione del Festival viene introdotta dalla tavola rotonda “Raccontare l’accoglienza”, a Cormons, nella Sala Civica di palazzo Locatelli, giovedì 15 dicembre 2016, dalle 17.30 alle 19.30.

La passata edizione del Festival, “Dopo la Catastrofe. Città, trasformazioni, memorie”, dava spazio a narrazioni sull’accoglienza e la ricostruzione dopo le catastrofi naturali, degli edifici ma soprattutto delle relazioni e del tessuto sociale. La tavola rotonda “Raccontare l’accoglienza” si aprirà con alcuni spezzoni di videoinstallazioni in mostra al Festival dello scorso anno per focalizzarsi poi sulle modalità di intervento e integrazione adottate da organizzazioni che si occupano di richiedenti asilo e rifugiati sul territorio regionale, in particolare verranno messe in evidenza alcune pratiche artistiche che coinvolgono migranti come diretti partecipanti. Porteranno la propria esperienza e le proprie proposte di lavoro un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati attualmente ospitati a Cormons, a Savogna d’Isonzo e a Trieste.

Il sindaco di Cormons, dott. Luciano Patat farà i benvenuti iniziali; saranno presenti l’ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà con il presidente Gianfranco Schiavone, le associazioni Caritas e Insieme con Voi di Gorizia, Oikos e Carovana Artistica Udine-Idomeni di Udine, Rete Solidale di Pordenone e il Consorzio Il Mosaico di Gorizia; verrà esposta la mostra fotografica in progress su “Accoglienza e Integrazione a Cormons” del fotografo Massimo Tommasini e verranno presentati i progetti “Mare Plurale” a cura di Elio Germani e “Rifugiati Climatici” a cura di Eva Sajovic. La tavola rotonda verrà coordinata dall’associazione Quarantasettezeroquattro, capofila del Festival In\visible Cities.

Manifesto del progetto “Mare plurale”, una delle iniziative presentate nel corso dell’incontro.

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40 d.T. Galateo per un terremoto

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Durata 40 minuti circa
Interpreti e Regia Natalie Norma Fella, Sara Rainis
Video Matteo Sabbadini
Supervisione al movimento Francesco Collavino
Prodotto da Associazione culturale Quarantasettezeroquattro e In\Visible Cities Festival
con il sostegno di Pim Off Milano e con il patrocinio del comune di Tolmezzo

Il progetto 40 d.T. prende le mosse da un esperimento mentale: cosa succede se
una carnica scappata in Francia per fuggire dal terribile Orcolat, e una lombarda che
nulla sa di quell’Orcolat, si ritrovano all’epicentro di una riflessione sulle “grandi
emergenze”? E cosa succede se, attraverso ricerche e interviste, quella carnica e
quella lombarda creano un manuale “for Dummies” (per negati) per prepararsi a una
catastrofe futura?
Due linee temporali guidano la ricerca delle due performer, che si pongono come
prime “dummies” cui il manuale è rivolto. Una linea tende al passato, per sconfiggere
la paura e il trauma trasmessi dalla generazione che ha vissuto il terremoto. L’altra
linea tende al futuro, per scoprire se l’immaginario della catastrofe possa agire
positivamente sulla generazione nata dopo il ’76.


Prossimo appuntamento in programma

Mercoledì 14 dicembre / ore 19.45 e 21.30
Teatro Nuovo Giovanni da Udine

In collaborazione con
la Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine nell’ambito delle iniziative
NATALE 1976 – NATALE 2016
ricordare insieme per pensare al domani

Biglietteria on-line.

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Lo spettacolo è stato proposto in forma di prima prova a Gorizia durante In\Visible Cities 2016 e a Milano ospite di Pim Off

Trailer dello spettacolo

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WUNDERTRUPPE

Wundertruppe è un collettivo teatrale che nasce dalla volontà di Natalie Norma Fella
di mettere in dialogo gli artisti e i tecnici con cui collabora per la creazione dei suoi
lavori.
Da quest’idea nasce un gruppo compatto ma sfaccettato per formazione e attitudini, i
cui elementi creano combinazioni sempre nuove in base alla natura del progetto.
I primi lavori creati dalla WT sono 40 d.T. | Galateo per un terremoto e
Wunderkammer. Due direzioni molto diverse, una più vicina alla performance
multimediale, l’altra più vicina alla prosa contemporanea, ma che si incontrano
nell’uso espressivo del movimento e nella ricerca di un linguaggio personale capace
di indagare e raccontare l’interiorità dell’essere umano.

CHI SIAMO

Natalie Norma Fella
si diploma alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe
di Udine. Continua la sua formazione unendosi al gruppo di studio Fuoco alla Paglia,
che segue da alcuni anni e grazie al quale ha potuto approfondire un metodo di
lavoro ispirato a quello degli etjud di Vasiliev’. Dopo un’esperienza di compagnia con
Teatro delle QuattroeQuarantotto, conclusasi nel 2011, collabora con diversi gruppi
tra cui: Stivalaccio teatro, VicoQuartoMazzini, Instabile Quick.

Paola Aiello
si diploma alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine.
Insieme a Natalie partecipa a diversi progetti: letture con musica dal vivo, spettacoli
di commedia dell’arte in collaborazione con Stivalaccio teatro, inoltre lavorano
insieme per altre compagnie tra cui VicoQuartoMazzini per lo spettacolo Sei
personaggi in cerca d’autore. Nel 2016 entra a far parte del progetto La rivoluzione è
facile se sai come farla.

Irina Lorandi
si diploma alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, lavora
con diverse compagnie e registi tra cui: Alessio Bergamo, Milena Costanzo e
Instabile Quick. Incontra Natalie nel 2014 durante i laboratori del gruppo di studio
Fuoco alla Paglia.

Sara Rainis
incontra Natalie alla Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di
Udine, dove si diploma. Continua il suo percorso di lavoro e formazione sotto la
guida del maestro Jurij Alschitz. Collabora con il collettivo Le foyer e fa parte del
collettivo internazionale gli Eredi.

Marta Lovato
si laurea in Economia e Gestione delle Arti all’università Ca’ Foscari di
Venezia, prosegue gli studi a Rotterdam con il master in Cultural Economics and
Entrepreneurship. Fa parte di WT in qualità di organizzatrice teatrale.

Hanno collaborato con WT
Francesco Collavino | danzatore
Benoit Felix-Lombard | attore, dj
Giorgio Pacorig | musicista
Paolo Paron | musicista, tecnico
Matteo Sabbadini | videomaker

SOGNAVO UN MONDO DIVERSO

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9 novembre 2015 / ore 10.00-12.00 / Udine – Auditorium Bellavitis
In occasione del 70° anniversario della Liberazione

“Sognavo un mondo diverso”
Parole, immagini e musica per raccontare la Resistenza,
in tutte le sue forme

a cura di: Alessandro Cattunar, Chiara Perini
letture: Natalie Norma Fella
musiche dal vivo: Paolo Paron

Cosa vuol dire resistere contro l’oppressione e il totalitarismo?
Vuol dire innanzitutto sognare un mondo diverso.
Vuol dire fare uno sforzo d’immaginazione grazie al quale prefigurarsi una nuova società, nuovi rapporti tra le persone, nuove istituzioni, un nuovo modo di vivere.
Vuol dire esporsi, mettere in discussione la propria stabilità ed, eventualmente, rischiare la vita per realizzare il cambiamento.
I modi per farlo, sono molti.
Ormai ampiamente ricordato è il ruolo fondamentale ricoperto da coloro che scelsero di combattere in modo esplicito il fascismo e il nazismo, salendo in montagna, prendendo le armi.
Una scelta coraggiosa, fatta da uomini ma anche da molte donne, la cui partecipazione alla “guerra di resistenza” per molto tempo è stato taciuto, sottovalutato, sminuito.
Ma c’è stata anche resistenza senza armi.
Resistenza fatta in sella ad una bicicletta, trasportando messaggi, volantini, cibo.
Resistenza attuata senza uscire di casa, dando ospitalità, cibo, un rifugio dove nascondersi.
Resistenza fisica e psicologica all’interno dei ghetti e dei campi di concentramento.
Resistenza del popolo ebraico ad essere sradicato dall’Europa e dalla Storia, mantenendo istituzioni, giornali, feste, riti religiosi e un sistema d’istruzione.
Resistenza interiore
Resistenza culturale e intellettuale. Una resistenza fatta di idee da affermare, trasmettere, diffondere il più possibile.

In occasione del 70°anniversario della Liberazione,
nel giorno che ricorda la notte dei Cristalli (9 novembre 1938), l’Associazione Quarantasettezeroquattro invita tutti gli studenti delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado ad un evento fatto di parole, musica e immagini.
Un evento che assumerà la forma di una grande narrazione collettiva, composta da fotografie e interviste, voci e canti, albi illustrati, fumetti, romanzi e racconti.
Un evento in cui la voce dei testimoni si intreccerà a quella degli storici e in cui le immagini evocate da un’attrice e un musicista si mescoleranno con le storie immaginate degli stessi studenti.

L’evento è organizzato all’interno del progetto europeo “Personal Faces of the Resistance” ideato dall’Associazione Documenta di Zagabria e finanziato dal programma Europe for Citizens dell’Unione Europea.

logo EUKristalnacht - 2015 11 09

PERSONAL FACES OF THE RESISTANCE

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The Project

Project Personal Faces of Resistance and Opposition to Oppression in 20th Century in Europe deals with history of
resistance to various totalitarian regimes with special focus on the consequences of World War II on socialist Yugoslavia.
According to the resistance to totalitarian regimes, based on responsibility and solidarity (“Europe will not be made all at once, or according to a single plan. It will be built through concrete achievements which first create a de facto solidarity.” The Schuman Declaration, May 9th 1950), as the brightest points in European history, the overall objective of this project is to develop and to strengthen social and individual processes of dealing with the past in order to contribute in building of sustainable peace.
Specific objectives of the project:
1. Raising awareness on importance of resisting dictatorships in the past and historical significance of different
resistance movements to the opressive regimes, as motivation for young and general public for working on social
change nowadays;
2. Affirming approaches based on multiperspectivity through the different narratives and creation of public space in
which different narratives will be able to co-exist without bringing into question and without diminishing anyone’s
suffering or tragedy;
3. Enhancing institutional/official support for attempts and activities related to practices of remembering and
commemorating certain events from the past.

 

Activity plan

1. Research and Selection
Public events will be organized in Zagreb and Ljubljana to discuss challenges of documenting and portraying resistance to oppressive regimes. Participants will be historians, researchers, artists, curators, media representatives and activists. Partners will discuss the content of web page and software that will be used.
2. Recording memories of resisters with supporting documentation and developing of Virtual resistance museum as a space where individual stories of people would be kept alive and visible.
3. Traveling exhibition will be focused on personal faces of resistance to different oppressive regimes and will combine recorded personal memories and documents with the background information on various types of ideological-motivated crimes committed by the oppressive regimes. The main idea is that every visitor has the chance to reflect on decision to resists in order to stand up for human dignity, rights and freedoms despite all odds.
4. Educational workshops for youth will take place in each of the countries involved in the action. In respect to availability of collected interviews on the topic and specific contexts of each country, workshops will be organized in the field of formal and/or non-formal education, and will be held in high-schools, museums etc. History and civic education educators will facilitate workshops dealing with questions of resistance in different historical and contemporary contexts and the method of oral history in research and learning of history.
5. International Summer School lasting for 5 days will be organized on the island of Rab, which is near to Goli Otok. Following the successful schools/forums devoted to culture of memory related to WWII (2011, Zagreb) and Wars of 90’s (2013, Vukovar) we plan to organize forum devoted to exchange of experience and information on remembering political violence during socialist/communist regimes. The course will have an interdisciplinary approach.
6. Volunteer Camp will be organized the island of Rab, with daily visits of volunteers to former fascist concentration camp Kampor and Goli otok where creative workshops will be organized
7. Advocacy activities are primarily focused on advocating conservation of Goli otok and other authentic remembrance sites.
Within this set of activities we plan to organize international conference in Zagreb with participants from post-Yugoslav countries and EU, with working title “Dealing with the past and resistance during the Yugoslav socialist regime and communist regimes in Eastern Europe”. Public authorities, ministries, architects and urbanists, artists and media will be invited.
We plan to put special focus on Goli Otok as a remarkable example of forgotten place of memory. Croatian historian T. Jakovina said: “Goli Otok was a Yugoslav Gulag, a labor camp where Stalinists and other opponents of Tito were sent to be ‘re-educated”, but today, despite all efforts made by the Association Goli Otok Ante Zemljar to influence decision makers to build memorial on the Island, only ruins can be found there. Advocacy activities will be planned in accordance with the needs of advocating the establishment of official framework for active remembrance policy focused on Goli Otok.
Insisting on individual examples of resistance to oppression our aim is to raise awareness on victims of all totalitarian regimes and to promote deeper understanding and tolerance among people in Europe.

Activities

Workshop “Capire e raccontare la Shoah e le Resistenze”

 

77th Anniversary of the Crystal Night / Italy / Sognavo un mondo diverso

77th Anniversary of the Crystal Night / Croatia

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Volunteer camp in Goli Otok island – Landscapes of memory

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Summer School in Culture of Memory in Contemporary Europe

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CO-FINANCED BY
European Union – Europe for Citizens

logo EU

 

 

Lead Partner

Documenta center for dealing with the past / Croatia

Partners:
Associazione Quarantasettezeroquattro / Italy
Muzej novejse zgodovine Slovenije / Slovenia
CENTAR ZA GRADJANSKO OBRAZOVANJE / CENTRE FOR CIVIC EDUCATION / Montenegro
ASSOCIATION “PEACE ACTION” PRILEP / Macedonia
Association “CENTAR CZKD” / Serbia
Goli otok “Ante Zemljar” / Croatia
Volunteers’ centre Zagreb / Croatia

Kristalnacht - 2015 11 09

CONSIGLIO COMUNALE DELLE RAGAZZE E DEI RAGAZZI DI TRIESTE

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Progetto educativo biennale di cittadinanza attiva e progettazione partecipata

Il 2° CCRR di Trieste è un progetto educativo di promozione della partecipazione dei ragazzi alla vita della città, ispirato dall’articolo 12 della Convenzione Internazionale ONU di New York (20 novembre 1989) ratificata dall’Italia con legge 176/91.

Il progetto ha durata biennale (anni scolastici 2015/6 e 2016/7) e coinvolge, attraverso le scuole pubbliche e paritarie, ragazze e ragazzi dai 9 ai 14 anni attraverso l’adesione dei loro insegnanti.

Il progetto è promosso dal Comune di Trieste, in collaborazione con UNICEF. Il percorso educativo e di progettazione partecipata è a cura di Quarantasettezeroquattro.

Cittadinanza e/è partecipazione

Il progetto intende porre al centro della riflessione e dell’azione i due concetti di “partecipazione” e “cittadinanza”.
La partecipazione è una capacità che, non essendo innata, può e deve essere acquisita.
Ma cosa vuol dire partecipare?
Partecipare vuol dire, innanzitutto saper osservare e analizzare.
Vuol dire aprirsi al dialogo e al confronto.
Vuol dire riconoscimento e accettazione della diversità.
Vuol dire capacità di mettersi nei panni degli altri e aprirsi all’ascolto.
Vuol dire condividere delle scelte e prendersi delle responsabilità.
Vuol dire creatività e spirito d’iniziativa.

Inoltre, legare la partecipazione al concetto di cittadinanza significa superare l’idea – corretta, ma che risulta eccessivamente “passiva” – secondo cui i giovani devono essere “oggetto di tutele”, promuovendo invece una nuova filosofia che vede nei ragazzi e nelle ragazze delle risorse intellettuali, creative e progettuali fondamentali e insostituibili. Dei soggetti attivi, capaci di esprimere una visione del mondo utile allo sviluppo e al miglioramento dell’intera comunità e del territorio.

Progettazione partecipata

L’intero percorso biennale proposto si basa su alcune delle tecniche di progettazione partecipata maggiormente riconosciute e utilizzate a livello internazionale. L’intento è che il gruppo di ragazzi e ragazze direttamente coinvolti nella qualità di Consiglieri si configurino, al contempo, come un assemblea democratica – con tutte le implicazioni sul piano dell’impegno, della responsabilità ma anche della soddisfazione – e come un gruppo di lavoro efficiente, capace di raggiungere risultati utili e realizzabili senza sacrificare la dimensione della passione e del divertimento.

Il progetto si pone come obiettivo fondamentale quello di rendere i ragazzi e le ragazze protagonisti dell’intero percorso progettuale, a partire dalla costruzione del gruppo fino alla definizione delle misure concrete da adottare. Un percorso che prevede, da un lato, lo sviluppo delle capacità di ascolto, di osservazione del territorio e di condivisione delle idee e dei punti di vista e, dall’altro, la scoperta di tecniche volte all’individuazione e analisi dei problemi e alla proposta di soluzioni efficaci.
Il lavoro non potrà limitarsi al gruppo composto dai consiglieri eletti ma avrà fra gli obiettivi prioritari quello di promuovere la comunicazione con le scuole, le istituzioni pubbliche, le associazioni del territorio e la cittadinanza in generale. La progettazione partecipata, quindi sarà messa in atto non solo all’interno del CCRR ma si cercherà di allargarla all’intera comunità che potrà così avere un ruolo attivo e riconoscere nel CCRR un suo organo di rappresentanza a tutti gli effetti.